Giacimenti: Rosia Montana – questione di sicurezza nazionale
Il 1 ottobre ricorre un mese dall’avvio dell’ondata di proteste a Bucarest e in altre città romene e straniere contro il ddl sullo sfruttamento di oro e argento a Rosia Montana.
România Internațional, 01.10.2013, 12:40
Il 1 ottobre ricorre un mese dall’avvio dell’ondata di proteste a Bucarest e in altre città romene e straniere contro il ddl sullo sfruttamento di oro e argento a Rosia Montana.
Controverso e in stand by da 15 anni, il nuovo progetto è visto dagli oppositori come una minaccia per l’ambiente, a causa dei metodi di estrazione a base di cianuri, nonchè per le vestigia storiche.
Invece, i sostenitori, soprattutto abitanti del posto, sono del parere che l’apertura della miniera creerebbe posti di lavoro e risolverebbe i problemi economici e sociali della zona.
Intanto, da un paio di settimane le commissioni parlamentari competenti stanno ascoltando tutte le parti coinvolte. Il capo del Servizio Romeno di Informazioni, George Maior, ha dichiarato davanti alla Commissione per la vigilanza dell’Intelligence che Rosia Montana costituisce un problema di sicurezza nazionale, ma che non si può pronunciare sull’opportunità dell’attuazione del progetto.
“Per la sua complessità e per le notevoli implicazioni sia su piano economico, sia su piano sociale, ambientale e patrimoniale, senza omettere alcuni echi anche per quanto riguarda le relazioni internazionali della Romania, Rosia Montana costituisce, dal punto di vista del Servizio Romeno di Informazioni, un problema di sicurezza nazionale. Da gennaio 1999 a settembre 2013, il Servizio ha trasmesso oltre 500 note informative ai decidenti legali competenti a livello centrale e locale. Il Servizio Romeno di Informazioni ha concesso attenzione alle azioni interessante volte a influire sull’atto decisionale, nonchè ai tentativi di alcune strutture estremiste eco-anarchiche di sfruttare o dirottare i movimenti protestatari, peraltro legittimi”, ha dichiarato George Maior.
Parallelamente sono continuate le udizioni nell commissione parlamentare incaricata a esaminare il progetto dello sfruttamento di Rosia Montana. Il ministro incaricato a gestire i progetti infrastrutturali e gli investimenti stranieri, Dan Sova, ha spiegato che, nell’elaborazione della legge, il governo ha contemplato i massimi vantaggi per lo Stato romeno.
Il ministro ha sostenuto che, in mancanza di questa normativa, l’investitore canadese potrebbe fare causa contro lo Stato romeno presso tribunali internazionali, e ottenere il diritto di sfruttare il giacimento di Rosia Montana in condizioni molto più sfavorevoli per la Romania.
“Può succedere che l’investitore al quale viene rifiutato il rilascio del permesso ambientale o di altri avvisi, si rivolga a un tribunale arbitrale, come la Corte di Vienna o la Corte arbitrale di Washington, e sollecitare che lo Stato romeno sia costretto a rilasciare l’avviso che manca per avviare lo sfruttamento”, ha detto Dan Sova.
Presente alle stesse udizioni, il Guardasigilli Robert Cazanciuc ha dichiarato che il Ministero della Giustizia ha dato un avviso favorevole al ddl, in quanto non viola nessun testo imperativo.