Giacimenti: polemiche sullo sfruttamento di Rosia Montana
Torna di nuovo in attualità il controverso progetto dello sfruttamento aurifero di Rosia Montana (centro della Romania), in dibattito da 16 anni. Il via libera del Governo presieduto dal premier Victor Ponta a un nuovo ddl inviato al dibattito del Parlamento, ha scatenato proteste in Romania e all’estero, ma anche polemiche tra gli oppositori e i sostenitori del progetto.
România Internațional, 03.09.2013, 13:05
Torna di nuovo in attualità il controverso progetto dello sfruttamento aurifero di Rosia Montana (centro della Romania), in dibattito da 16 anni. Il via libera del Governo presieduto dal premier Victor Ponta a un nuovo ddl inviato al dibattito del Parlamento, ha scatenato proteste in Romania e all’estero, ma anche polemiche tra gli oppositori e i sostenitori del progetto.
Da un lato si trovano gli ecologisti che si oppongono ai metodi di estrazione a base di cianuri, che metterebbero a grande rischio l’ambiente, a causa dell’inquinamento irreversibile, e gli storici che sostengono che lo sfruttamento minerario distruggerà le vestigia storiche uniche nel mondo che si trovano nella zona.
Dall’altro schieramento, i sostenitori delliniziativa dicono che il progetto consentirebbe lo sviluppo della zona e la creazione di nuovi posti di lavoro. Il portavoce della compagnia canadese che dovrebbe sfruttare le miniere d’oro e argento di Rosia Montana, Catalin Hosu, ha presentato alcuni argomenti.
“Si tratta di uno dei più importanti progetti industriali di Romania, un progetto minerario moderno e responsabile, che propone le migliori tecnologie disponibili. La miniera di Rosia Montana porterà alla Romania oltre 5 miliardi di dollari come benefici economici diretti, di cui 2,3 miliardi rappresentano entrate alle casse dello stato e ai budget locali. L’effetto diretto nell’economia del Paese consiste in circa 2,9 miliardi di dollari. Inoltre, vengono creati migliaia di posti di lavoro in una zona gravemente colpita dalla disoccupazione”, ha detto Catalin Hosu.
D’altra parte, il premier ha spiegato che il governo è stato costretto ad adottare il nuovo disegno di legge poichè altrimenti lo Stato romeno avrebbe dovuto pagare risarcimenti di oltre 2 miliardi di dollari alle compagnie coinvolte. Victor Ponta ha detto, però, che il progetto è stato rinegoziato.
“L’attuale Governo ha rinegoziato i tre aspetti essenziali. In primo luogo, si tratta di maggiori investimenti nella tutela ambientale. In secondo luogo, si tratta della crescita dei canoni dal 4% al 6% e, in terzo, dell’aumento della partecipazione dello stato del 5% fino al 25%”, ha detto il premier.
Alla luce delle proteste di strada e delle accese polemiche, il presidente Traian Basescu non esclude la convocazione di un referendum nazionale sulla questione di Rosia Montana, in contemporanea alle elezioni europarlamentari del 2014.
Il premier Ponta si è detto favorevole alla proposta, previa la consultazione del Parlamento. Se il progetto verrà applicato, allora lo sfruttamento di Rosia Montana partirà a novembre 2016, e durerà 16 anni, e qualche altro in più per la conservazione e l’ecologizzazione della zona.