Gas: forniture a rischio, Romania al sicuro per 6 mesi
La Russia ha imposto, ieri, il pagamento in anticipo delle forniture di gas all’Ucraina, a causa dei debiti di Kiev di 4,5 miliardi di dollari, pari all’importazione di 15 miliardi di metri cubi di gas. In seguito all’introduzione del pagamento anticipato, sono state sospese le forniture per il consumo interno dell’Ucraina. Attraverso i gasdotti che passano attraverso questo Paese transitano adesso solo i gas destinati ai consumatori Ue. Stando al corrispondente di Radio Romania a Mosca, le dichiarazioni ulteriori delle parti lasciano poche chances per una soluzione rapida delle crisi e, probabilmente, solo in autunno si terranno negoziati su questo tema. Diversi stati europei hanno annunciato che non avranno problemi in seguito alla sospensione delle forniture all’Ucraina, anche se saranno intaccate anche le quantità destinate ai Paesi Ue.
Valentin Țigău, 17.06.2014, 15:13
La Russia ha imposto, ieri, il pagamento in anticipo delle forniture di gas all’Ucraina, a causa dei debiti di Kiev di 4,5 miliardi di dollari, pari all’importazione di 15 miliardi di metri cubi di gas. In seguito all’introduzione del pagamento anticipato, sono state sospese le forniture per il consumo interno dell’Ucraina. Attraverso i gasdotti che passano attraverso questo Paese transitano adesso solo i gas destinati ai consumatori Ue. Stando al corrispondente di Radio Romania a Mosca, le dichiarazioni ulteriori delle parti lasciano poche chances per una soluzione rapida delle crisi e, probabilmente, solo in autunno si terranno negoziati su questo tema. Diversi stati europei hanno annunciato che non avranno problemi in seguito alla sospensione delle forniture all’Ucraina, anche se saranno intaccate anche le quantità destinate ai Paesi Ue.
Stando alle regolamentazioni, ciascun Paese è obbligato a costituirsi riserve. La Romania è meno a rischio, grazie alla produzione interna di gas. Il premier Victor Ponta ha stimato un periodo di 6 mesi senza problemi, mentre il ministro con delega all’Energia, Razvan Nicolescu, ha già preso misure supplementari, chiedendo alle compagnie estrattive di rinviare gli eventuali lavori di revisione delle sonde, programmati in questo periodo, per produrre al massimo. Una delle varianti per una sicurezza energetica a lungo termine è lo sfruttamento delle risorse di gas nel Mar Nero. Il premier Victor Ponta ha incoraggiato, ieri, durante un incontro con il vicepresidente della compagnia ExxonMobil, l’acceleramento del programma per i lavori di trivellazione nella zona continentale del Mar Nero.
D’altra parte, l’Ue, nonostante il fallimento degli ultimi negoziati trilaterali sui gas e le querele sporte dal colosso russo Gazprom e dall’ucraina Naftogaz alla Corte di Arbitrato di Stoccolma, spera nella stabilità del transito di gas. Una dichiarazione in questo senso è stata fatta ieri, a Bruxelles, dal commissario europeo all’Energia, Günther Oettinger. Il commissario ha ricordato che l’Ue ha proposto un piano per la soluzione della crisi del gas tra Russia e Ucraina, che prevede il pagamento del debito ucraino entro fine anno. Gli osservatori politici di Bucarest ritengono l’azione della Gazprom un ricatto e una misura di ritorsione, la compagnia pretendendo che al centro delle vertenze russo-ucraine si troverebbero i debiti di Kiev, e non il prezzo troppo alto chiesto da Mosca. Essi collocano questo episodio con gravi conseguenze economiche nel contesto del conflitto più ampio tra la Russia e l’Ucraina e persino dello scontro tra Est e Ovest.
(traduzione di Adina Vasile)