Franco svizzero: impatto dopo apprezzamento
Le banche, gli imprenditori e la classe politica di Bucarest stanno cercando delle soluzioni per superare la situazione generata dall’apprezzamento del franco svizzero, in seguito alla decisione della Banca Centrale di Berna di liberalizzare il tasso di cambio. Più di 75.000 romeni che hanno preso dei mutui in questa moneta dovranno rimborsare rate molto più elevate.
Valentin Țigău, 23.01.2015, 12:03
I deputati della Commissione bilancio-finanze hanno invitato al dialogo i rappresentanti delle banche, compresa quella centrale, ma anche dei clienti. Una delle proposte riguarda la conversione dei mutui nella moneta nazionale, a un tasso di cambio più vicino a quello al quale erano stati firmati la maggior parte dei contratti. I banchieri richiamano però l’attenzione che una normativa vincolante in tal senso sarebbe ingiusta e potrebbe persino portarli, in alcune situazioni, sull’orlo del fallimento.
L’apprezzamento del franco svizzero ha conseguenze sull’intero continente, dove ogni singolo stato tenta di risolvere a modo suo la crisi. Ad esempio, in Ungheria, dove il franco svizzero è stato convertito rapidamente, vengono trattati in maniera diversa i mutui in franchi svizzeri presi per l’acquisto di abitazioni e quelli per auto o necessità personali. Il premier romeno Victor Ponta ritiene, però, che questo metodo non può essere applicato in Romania.
“Non credo nella soluzione dell’Ungheria, in cui è avvenuta la conversione forzata in un giorno. Credo in un obbligo delle banche di meglio informare, credo in un obbligo delle banche di supportare una parte delle perdite e credo che, ad un certo momento, dobbiamo individuare un sistema tramite cui il cittadino legga per tre volte un contratto di prestito prima di firmarlo. E’ difficile aiutarlo dopo, quando è già nei guai”, ha detto il premier.
Neanche il presidente del Senato, Calin Popescu Tariceanu, vede possibile un intervento del Governo o del Parlamento, in grado di salvare la situazione delle persone con crediti in franchi svizzeri. Ex imprenditore, Tariceanu dice che, in un’economia di mercato, il Parlamento non ha i mezzi necessari per controllare i prezzi, gli interessi o i tassi di cambio.
D’altra parte, la Banca Centrale Europea ha annunciato il piano del Quantitative Easing di oltre mille miliardi di euro, per rinvigorire le economie dell’eurozona. La misura ha scatenato controversie tra gli analisti finanziari e l’euro ha subito il deprezzamento minimo degli ultimi 11 anni nei confronti del dollaro. Per ora, la decisione porta maggiore speranza per il futuro delle economie europee.