Fondi UE: 15 mld euro impiegati da Romania dal 2007 al 2013
L’ingresso della Romania nell’UE nel 2007 ha portato, almeno in teoria, anche la chance di diminuire il gap sociale ed economico che la separavano dagli altri stati membri anche tramite i fondi resi disponibili dalla CE.
Mihai Pelin, 15.04.2014, 12:18
L’ingresso della Romania nell’UE nel 2007 ha portato, almeno in teoria, anche la chance di diminuire il gap sociale ed economico che la separavano dagli altri stati membri anche tramite i fondi resi disponibili dalla CE.
Dalla creazione di un’infrastruttura di trasporto valida fino alla qualificazione della manodopera a standard paragonabili ad altri Paesi, tutto questo può essere realizzato in Romania grazie ai fondi comunitari.
Purtroppo, il tasso di assorbimento è stato abbastanza basso dal 2007 al 2013. Le potenziali frodi e i conflitti d’interesse segnalati ripetutamente dai media sono effetti della scarsa capacità delle istituzioni dello stato di esercitare un controllo efficace sulla gestione di questi fondi.
Nell’esercizio 2007 — 2013, la Romania si è piazzata all’ultimo posto nell’UE come assorbimento dei fondi UE, impiegando 15 miliardi dei 33 miliardi di euro disponibili, secondo quanto annunciato dal capo della Rappresentanza della CE a Bucarest, Angela Filote.
I soldi sono andati prevalentemente all’agricoltura e allo sviluppo rurale, settori in cui la Romania si colloca ottimamente. Intanto, il contributo della Romania al bilancio comunitario 2007-2013 ha superato i nove miliardi di euro.
Angela Filote ha spiegato che i fondi impiegati hanno generato oltre 8.800 posti di lavoro, tramite vari progetti, di cui più di 600 nel campo della ricerca, ritenuto prioritario dall’UE, sia per l’uscita dalla crisi che per la crescita della competitività a livello mondiale. Inoltre, circa 1.200 PMI hanno ricevuto sostegno europeo e sono stati modernizzati più di mille chilometri di strade.
Per l’esercizio 2014 — 2020, per la Romania saranno disponibili 39,3 miliardi di euro, di cui circa 20 per l’agricoltura e lo sviluppo rurale e il resto per lo sviluppo regionale, economico e sociale.