Focolai di peste suina africana in Romania
La Romania ha sollecitato aiuto finanziario dall’Unione Europea per appoggiare i farmers colpiti dalla peste suina africana. La richiesta è stata inoltrata dal ministro dell’Agricoltura, Petre Daea, presente ieri alla riunione di Bruxelles con i colleghi comunitari. Daea ha spiegato che 12 ministri hanno espresso la solidarietà con la situazione in Romania. I soldi dovrebbero coprire le perdite dirette subite dai farmers costretti ad abbattere gli animali infetti, quelle dovute alla cessazione della produzione di carne suina, nonchè alle perdite generate dal calo dei prezzi per i maiali nelle aree contaminate. Gli aiuti riguardano anche i costi per la disinfezione, la distruzione del foraggio e le spese per l’abbattimento degli animali infetti, ha precisato il Ministero dell’Agricoltura, sottolineando che la Romania continua a prendere delle misure per limitare i focolai.
Ştefan Stoica, 18.07.2018, 11:59
La Romania ha sollecitato aiuto finanziario dall’Unione Europea per appoggiare i farmers colpiti dalla peste suina africana. La richiesta è stata inoltrata dal ministro dell’Agricoltura, Petre Daea, presente ieri alla riunione di Bruxelles con i colleghi comunitari. Daea ha spiegato che 12 ministri hanno espresso la solidarietà con la situazione in Romania. I soldi dovrebbero coprire le perdite dirette subite dai farmers costretti ad abbattere gli animali infetti, quelle dovute alla cessazione della produzione di carne suina, nonchè alle perdite generate dal calo dei prezzi per i maiali nelle aree contaminate. Gli aiuti riguardano anche i costi per la disinfezione, la distruzione del foraggio e le spese per l’abbattimento degli animali infetti, ha precisato il Ministero dell’Agricoltura, sottolineando che la Romania continua a prendere delle misure per limitare i focolai.
Colpite sono, principalmente, le province dell’estremità nord-occidentale, come Satu-Mare e di quella sud-orientale, come Tulcea. Però dei focolai si sono verificati anche nelle province di Costanza e Braila, entrambe nel sud-est, Prahova (sud) e Bihor (nord-ovest). Complessivamente, si contano più di 300 focolai. L’abbattimento degli animali infetti prosegue e l’Ente Nazionale Sanitario Veterinario sta prendendo delle misure per evitare la diffusione del virus. Gli allevatori di maiali sostengono che la situazione è molto grave, in quanto lede il commercio di carne suina nell’intero Paese.
Il presidente dell’Associazione dei produttori di carne suina, Ioan Ladosi, ha dichiarato alla radio pubblica che si corre il rischio di una crisi su questo mercato. Se questa situazione non verrà risolta a brevissimo tempo, a nostro avviso scatterà una crisi che potrebbe essere notevole. Viene bloccato l’intero commercio di animali vivi e carcasse nell’intero Paese. Il virus resiste per tre anni nella carne congelata, quindi si tratta di un problema non tanto legato al rischio della salute umana, poichè gli esseri umani non sono sensibili alla malattia, bensì alla diffusione del virus, ha precisato Ioan Ladosi.
Forse la provincia più colpita dalla diffusione della peste suina africana è quella di Tulcea. I responsabili locali hanno spiegato che la maggior parte dei focolai sono apparsi nell’area del Danubio, al confine con l’Ucraina, per estendersi a ventaglio verso il centro della provincia. Le perdite economiche sono notevoli. Ad esempio, dei 50.000 maiali di un allevamento, quasi la metà è stata abbattuta. L’operazione – obbligatoria – mette in forse la continuazione dell’attività nel rispettivo allevamento, che ha già licenziato quasi la metà dei dipendenti. A diffondere principalmente la malattia sono i maiali selvatici, però la caccia è ritenuta al momento inopportuna, poichè i cinghiali spaventati potrebbero diffondere la malattia anche in aree non contaminate.