Finanziaria: permangono vertenze presidente – premier
Nessun esito in seguito all’incontro tra il presidente Traian Basescu e il premier Victor Ponta, volta a individuare una soluzione concordata al valore dell’accisa sui combustibili.
Corina Cristea, 04.12.2013, 12:49
Le posizioni sono rimaste immutate: mentre il capo dello stato insiste che i soldi raccolti al budget tramite la crescita dell’accisa di 7 eurocentesimi potrebbero avere una destinazione elettorale, dal momento che nel 2014 si terranno sia le europee che le presidenziali, il premier ricorda che la misura è stata già convenuta con il Fondo Monetario Internazionale e la Commissione Europea.
Avvalendosi delle procedure costituzionali, Traian Basescu ha annunciato che invierà al riesame del Parlamento la Finanziaria, accompagnata dalle proposte precise sulla riduzione degli stanziamenti, al fine di mantenere il deficit convenuto con le istituzioni finanziarie senza una crescita delle accise. Il presidente ritiene che al Ministero per lo Sviluppo Regionale sono stati stanziati troppi fondi dal budget.
“Da presidente, devo fare il mio compito morale. Vedo che, sulle spalle dei romeni, al bilancio di stato vengono raccolti fondi per la clientela politica. Però non potrò avere altre leve diverse dalle azioni legali, cioè inviare la legge al riesame del Parlamento ed, eventualmente, se ci saranno delle situazioni di incostituzionalità, contestarla anche alla Corte Costituazionale. Più di tanto non posso fare. Io non posso imporre al Governo tramite altri mezzi di rinunciare all’ordinanza d’urgenza che ha modificato il Codice fiscale. Dopo il riesame del Parlamento, se la Finanziaria verrà votata nella stessa forma, allora sarò costretto a promulgarla”, ha detto Traian Basescu.
Il premier Victor Ponta ha definito inflessibile l’atteggiamento del presidente. “Il presidente invierà la legge al riesame, la contesterà alla Corte Costituzionale. Auspico e l’ho pregato di portare a termine queste procedure — che, peraltro, nessun presidente ha applicato in 23 anni, fatto riconosciuto anche da lui — entro una scadenza ragionevole, al fine di avere il budget entro il 1 gennaio. Non mi ha garantito nè di sì nè di no”, ha detto il premier.
L’analista economico Aurelian Dochia ritiene fattibili sia la variante del Governo che quella della Presidenza, precisamente tagliare le spese e rinunciare alle crescita di tasse. In fin dei conti, si tratta di un’opzione politica, poichè tecnicamente ci sono sempre delle alternative nella costruzione del budget, spiega l’analista. Per ora, le vertenze si sono riflettute solo nella crescita del tasso di cambio tra l’euro e la moneta nazionale, il leu.