Finanziaria 2021: Romania, malcontenti sul futuro bilancio
Periodicamente promessa e sempre rinviata, la Finanziaria per il 2021 è stata nuovamente rimandata alla settimana prossima. Il Governo PNL-USR-PLUS-UDMR afferma che si tratta di una budget calcolato su quasi il 7% del PIL, che appoggerà la ripresa economica e fermerà la spesa eccessiva e priva di fondamento dal pubblico denaro.
Bogdan Matei, 09.02.2021, 12:41
Alla luce dell’emergenza pandemica, che comporta un’ingente spesa per la sanità, la costruzione del bilancio è difficile e i leader della coalizione hanno deciso ieri di procedere ai tagli: le pensioni non verranno più aumentate da settembre, bensì dal 1 gennaio 2022, e i pubblici dipendenti non riceveranno più i buoni vacanze quest’anno. Potrebbero essere inoltre tagliate alcune gratifiche, come il cosiddetto bonus COVID, pari al 30% del salario, intascato dai dipendenti delle prefetture. Anche l’indennità di mensa degli statali potrebbe essere ridotta. Gli assegni familiari resteranno immutati nel 2021 e si contempla anche la diminuzione della sovvenzione per il trasporto degli studenti.
Il leader liberale ed ex premier Ludovic Orban ha tentato di portare argomenti a questo pacchetto di misure, già definito come austero da alcuni commentatori. La crescita del punto pensione si basa sulla formula che è già esistita, precisamente un compenso al 100% della perdita del potere d’acquisto conseguente all’inflazione, come anche l’aumento del potere d’acquisto tramite la crescita del punto pensione del 50% dell’incremento del salario medio lordo. Non verranno emessi nuovi buoni vacanza in quanto ci sono ancora quelli ancora validi nel 2021, ha detto Ludovic Orban.
Quest’ultimo annuncio scontenta più ancora l’industria alberghiera e della ristorazione, già colpita dalle misure restrittive adottate a causa della pandemia. Le perdite ammontano a circa 7 miliardi di euro, spiega il presidente dell’Organizzazione Padronale degli Alberghi e dei Ristoranti di Romania, Daniel Mischie.
Le strutture ricettive turistiche non hanno bisogno di aiuto, bensì di ricevere risarcimenti. Ci domandiamo perchè un quarto di queste strutture non riaprano più oggi. In primo luogo, per mancanza delle risorse finanziarie e, in secondo luogo, per mancanza di un quadro prevedibile. La nostra industria rappresenta il 7% della forza lavoro in Romania, con 400.000 dipendenti diretti e indiretti. Rappresentiamo il 5% del PIL del Paese. Da tre mesi, il Governo avrebbe dovuto individuare una soluzione di risarcimento per le restrizioni applicate contro questa industria. Ciò non accade. Non si sono emergenze maggiori, se non 400.000 persone in attesa di aiuto, ha dichiarato Daniel Mischie.
Da parte loro, le organizzazioni studentesche chiedono al Governo di rinunciare alla riduzione della sovvenzione per il trasporto, mentre, dall’opposizione, il leader socialdemocratico Marcel Ciolacu accusa la coalizione di incoerenza e di stanziamenti arbitrari di fondi, destinati solamente alla clientela politica.