Finanziaria 2013: via libera dal Parlamento
La migliore possibile in questo momento. Così ha definito il premier socialdemocratico Victor Ponta la Finanziaria per il 2013, adottata ad ampia maggioranza dal Parlamento di Bucarest.
Ştefan Stoica, 08.02.2013, 12:36
La migliore possibile in questo momento. Così ha definito il premier socialdemocratico Victor Ponta la Finanziaria per il 2013, adottata ad ampia maggioranza dal Parlamento di Bucarest.
Il nuovo budget è stato elaborato tenendo in considerazione una crescita economica dell’1,6%, un’inflazione media annua del 4,3%, un tasso di cambio medio di 4,5 lei per un euro e un deficit di bilancio del 2,1% del Pil.
Sotto la pressione del tempo, ma in vantaggio grazie alla sua maggioranza schiacciante, l’Unione social-liberale ha fatto passare la bozza della Finanziaria senza adottare nemmeno uno degli oltre 10.000 emendamenti inoltrati dall’opposizione democratico-liberale, il che ha provocato dispute accanite.
“Abbiamo inoltrato oltre 10.000 emendamenti, che non erano i nostri capricci. Erano e sono le necessità di tutte le comunità di Romania”, ha dichiarato il capogruppo democratico-liberale alla Camera, Mihai Stanisoara.
La replica è subito arrivata, sempre in plenaria, dal presidente della Commissione Bilancio, il deputato liberale Dan Radu Rusanu. “E’ un bilancio di sopravvivenza, in quanto il Governo Ponta deve rimediare oggi tutti i buchi da voi creati lungo quattro anni — gli arretrati nel sistema sanitario, costruzioni avviate e non portate a termine, e soprattutto, la restituzione dei prestiti da voi spesi per investimenti che non conosciamo neanche oggi”, ha detto Rusanu.
Mentre la maggioranza sostiene che il nuovo budget incoraggerà lo sviluppo e gli investimenti, tramite le crescite di pensioni e il ripristino degli stipendi nel settore pubblico al livello anteriore ai tagli del 25% imposti nel 2010, l’opposizione lo descive come un bilancio della povertà.
La Banca Centrale ha preso le distanze dalle consuete dispute politiche, richiamando l’attenzione che, nel successivo periodo, l’evoluzione della moneta nazionale, il leu, dipenderà dalla situazione dell’euro, ma anche dalla produzione agricola interna. In ugual misura, dipenderà anche dalle riforme strutturali, il cui successo è guardato con riserbi dal governatore della Banca Centrale, Mugur Isarescu.
“Crediamo nel programma governativo, però, dall’esperienza del passato storico dopo il 1989, sappiamo quanto sia difficile attuare riforme strutturali. Ogni volta, nelle compagnie, soprattutto statali, appaiono dei problemi, le cose vengono complicate da aspetti sociali, da questioni politiche, da difficoltà, il più delle volte tecniche e, a questo punto, non c’è spazio per l’ottimismo”, ha dichiarato il governatore.
La Banca Centrale ha sottolineato, una volta in più, l’importanza di attirare fondi europei, che favorirebbero gli investimenti in settori chiave, quali l’infrastruttura e l’agricoltura, e genererebbero crescita economica. (trad. Iuliana Anghel)