Europee: Romania, alleanza governativa stravince scrutinio
L’alleanza tra i socialdemocratici, l’Unione nazionale per il progresso della Romania e i conservatori, che domina anche la coalizione governativa di Bucarest, ha stravinto le elezioni europee svoltesi il 25 maggio in Romania.
Ştefan Stoica, 26.05.2014, 12:56
L’alleanza invierà nel nuovo Parlamento comunitario quasi la metà dei 32 eurodeputati che rappresenteranno il Paese e che si affiancheranno al gruppo dei Socialisti. Seguono, a grande distanza, i liberali e i democratico-liberali (entrambi all’opposizione).
Nel Parlamento Europeo entreranno anche l’Unione democratica magiari di Romania e il neonato Movimento Popolare (filopresidenziale), quest’ultimo al suo primo test elettorale, entrambi non lontani dalla soglia di sbarramento.
In una gara che sembrava appartenere esclusivamente ai partiti, il successo dell’attore Mircea Diaconu come indipendente rappresenta una sorpresa. La sua guerra in giustizia per ottenere la convalida di una candidatura lungamente contestata l’ha trasformato, nella percezione pubblica, in un combattente contro il sistema, il che gli ha portato insperati voti.
Dopo l’euroscrutinio che è stato piuttosto un allenamento per le elezioni presidenziali che si terranno a novembre in Romania, si apre la stagione dei negoziati politici. Sullo schieramento di centro-destra, le cose si sono semplificate, in quanto sono ormai fuori campo partiti minori come la Forza Civica o quello dei Contadini Democristiano, che pretendevano di assumere nelle future mosse dei ruoli che superano la propria dimensione.
Intanto, i liberali, il numero uno all’opposizione, fatto confermato anche da queste elezioni, auspicano la creazione di un fronte anti-socialdemocratico. Nella stessa logica, i liberali hanno annunciato che i loro eurodeputati passeranno dal gruppo ALDE a quello dei Popolari Europeri, per evitare una presidenza socialista della Commissione Europea.
La configurazione politica proposta dalla Romania nel Parlamento Europeo contraddice la tendenza preoccupante a livello europeo, con lo slancio degli euroscettici e degli estremisti, soprattutto grazie ai voti francesi e britannici. La Romania non invierà al Parlamento Europeo nessun partito di orientamento populista o xenofobo, in quanto la Grande Romania e il Partito del Popolo — Dan Diaconescu non hanno raggiunto la soglia di sbarramento.
Anche se più snello”, il gruppo dei Popolari avrà il maggior numero di eurodeputati anche nel nuovo legislativo, seguito dai socialisti e democratici. Nessuno avrà, però, la maggioranza di 376 seggi, il che annuncia negoziati difficili e obbliga a compromessi.