Estate scottante nella politica romena
Il Governo di coalizione PSD-ALDE di Bucarest presieduto da Viorica Dăncilă si confronta con la prima mozione di sfiducia inoltrata nei suoi confronti dall’opposizione di destra. Letto lunedì, nella plenaria del Parlamento, il documento sarà discusso e votato mercoledì. I rimproveri sono assai numerosi! I liberali, sostenuti dall’USR e dal PMP, accusano, tra l’altro, l’attuale Esecutivo, di minacciare, tramite le decisioni dei suoi ministri, la sorte delle pensioni con gestione privata di sette milioni di contribuenti.
Roxana Vasile, 25.06.2018, 15:27
Il Governo di coalizione PSD-ALDE di Bucarest presieduto da Viorica Dăncilă si confronta con la prima mozione di sfiducia inoltrata nei suoi confronti dall’opposizione di destra. Letto lunedì, nella plenaria del Parlamento, il documento sarà discusso e votato mercoledì. I rimproveri sono assai numerosi! I liberali, sostenuti dall’USR e dal PMP, accusano, tra l’altro, l’attuale Esecutivo, di minacciare, tramite le decisioni dei suoi ministri, la sorte delle pensioni con gestione privata di sette milioni di contribuenti.
Lamentano anche le recenti modifiche apportate al Codice di Procedura Penale, che metterebbero in pericolo l’atto di giustizia, l’incapacità delle autorità di assorbire fondi europei oppure il fallimento registrato nel tentativo di migliorare le condizioni di vita nei penitenziari. La scontentezza dell’opposizione è condivisa anche da una parte della società civile. Negli ultimi giorni, migliaia di romeni sono scesi in piazza ad – hoc, a Bucarest e in altre grandi città, per protestare contro la modifica del Codice di Procedura Penale, ma anche, non molto tempo fa, delle leggi sulla Giustizia. I protestatari, molto decisi, hanno scandito slogan contro il Governo chiedendo le sue dimissioni.
In teoria, il PSD e l’ALDE hanno il numero necessario di voti affinché, mercoledì, la mozione di sfiducia sia bocciata. Il leader socialdemocratico, Liviu Dragnea, ha assicurato che il suo partito continuerà a garantire la maggioranza parlamentare accanto agli alleati dell’ALDE ed ha promesso che la mozione non passerà nel Parlamento. Solo che il PSD è molto scosso e sta attraversando un momento estremamente difficile, dopo che Liviu Dragnea è stato condannato, giovedì, dall’Alta Corte di Cassazione e Giustizia di Bucarest, tramite una sentenza che non è definitiva, a tre anni e sei mesi di carcere con esecuzione per istigazione all’abuso d’ufficio mentre era presidente del Consiglio Provinciale Teleorman.
In un possibile tentativo di sfruttare il momento, il presidente del Paese, Klaus Iohannis, subito dopo la condanna di Liviu Dragnea, ritenuto almeno finora un possibile candidato alle elezioni presidenziali del 2019, ha annunciato che si candiderà per un secondo mandato di capo dello stato. Dopo che, stando ad alcuni analisti, per tre anni e mezzo, l’attuale presidente si è fatto notare soprattutto per la sua assenza che per la sua presenza nella vita pubblica, Klaus Iohannis è apparso d’un tratto, qualche mese fa, nello spazio pubblico alzando la bandiera anti – PSD.
D’altronde, i liberali che hanno promesso di sostenere Klaus Iohannis alle presidenziali, hanno svelato, in una certa misura, su che cosa sarà basata la sua campagna elettorale. Tramite il lancio della sua candidatura — dice il PNL — il presidente Iohannis è deciso di lottare con tutte le sue forze per (citiamo) “liberare la Romania dall’enorme pericolo in cui la mette il tentativo di Liviu Dragnea di catturarla”. L’estate si annuncia, quindi, molto scottante nella politica romena, e annuncia una dura lotta per la vittoria. Sicuramente non mancheranno le sorprese!