Esercito: Afghanistan, fine missione
Dopo due decenni di presenza ininterrotta in Afghanistan, i militari romeni sono rientrati in patria, con il ritiro delle truppe di tutti i Paesi partecipanti alle operazioni in questo teatro operativo. 27 di loro hanno perso la vita in missioni o attacchi dei terroristi talebani. Oltre 200 sono rimasti feriti. In segno di apprezzamento e ringraziamento, la conclusione della missione dell’Esercito Romeno in Afghanistan è stata celebrata, il 21 luglio, tramite una cerimonia militare a Bucarest. Sotto l’Arco di Trionfo nel centro della Capitale hanno sfilato distaccamenti rappresentanti le strutture militari che hanno eseguito missioni in uno dei più difficili teatri operativi a cominciare dal 2002 fino allo scorso giugno.
La zona è stata sorvolata da un aereo C 130 Hercules e da un gruppo di tre aerei C-27J Spartan in dotazione alla Base 90 Trasporto Aereo Otopeni. Sono state decorate le bandiere di combattimento delle unità che hanno condotto o eseguito missioni. Sono stati pronunciati solennemente i nomi dei militari romeni caduti al dovere, mentre i partecipanti alla cerimonia hanno osservato un momento di raccoglimento alla loro memoria.
Il presidente Klaus Iohannis ha deposto una corona di fiori e, nel discorso tenuto, ha puntualizzato il loro sacrificio come pure quello delle loro famiglie, ricordando, in ugual misura, che la missione dell’Esercito Romeno in Afghanistan resterà nei libri di storia come la più lunga, complessa e importante operazione militare all’estero dopo la Seconda Guerra Mondiale. Klaus Iohannis: “Cari militari, avete scritto pagine di storia, siete gli eroi delle nostre generazioni e siamo orgogliosi di voi. Ci avete fatto vedere che l’amore per la patria, lo spirito di sacrificio, il coraggio, l’abnegazione e il patriottismo restano punti di riferimento fondamentali per la nostra nazione. Non dimenticheremo mai i nostri eroi!”
Più di 32 mila militari di tutte le categorie di forze hanno partecipato a missioni in Afghanistan — donne e uomini che hanno lasciato a casa, per un certo periodo, genitori, figli o persone care, per partecipare a una missione che ha messo in pericolo le loro vite. Il primo a essere dislocato in questo Paese, a giugno 2002, è stato il Battaglione 26 Fanteria di Craiova (sud), soprannominato “Gli Scorpioni Rossi”, guidato dall’allora tenente-colonnello Nicolae Ciucă, attualmente generale a riposo e ministro della Difesa. In altre parole, è stato lui a guidare la prima missione militare in Afghanistan e a coordinare, quasi 20 anni dopo, il ritiro delle truppe da questo Paese. In questa doppia qualità, il ministro Ciucă ha dichiarato che, tramite la missione in Afghanistan, la Romania è riuscita a conquistare il rispetto dei suoi partner della NATO nella guerra globale contro il terrorismo. I costi totali della partecipazione romena in Afghanistan sono ammontati a oltre 3 miliardi di lei (pari a circa 600 milioni di euro).
Roxana Vasile, 22.07.2021, 13:14
Dopo due decenni di presenza ininterrotta in Afghanistan, i militari romeni sono rientrati in patria, con il ritiro delle truppe di tutti i Paesi partecipanti alle operazioni in questo teatro operativo. 27 di loro hanno perso la vita in missioni o attacchi dei terroristi talebani. Oltre 200 sono rimasti feriti. In segno di apprezzamento e ringraziamento, la conclusione della missione dell’Esercito Romeno in Afghanistan è stata celebrata, il 21 luglio, tramite una cerimonia militare a Bucarest. Sotto l’Arco di Trionfo nel centro della Capitale hanno sfilato distaccamenti rappresentanti le strutture militari che hanno eseguito missioni in uno dei più difficili teatri operativi a cominciare dal 2002 fino allo scorso giugno.
La zona è stata sorvolata da un aereo C 130 Hercules e da un gruppo di tre aerei C-27J Spartan in dotazione alla Base 90 Trasporto Aereo Otopeni. Sono state decorate le bandiere di combattimento delle unità che hanno condotto o eseguito missioni. Sono stati pronunciati solennemente i nomi dei militari romeni caduti al dovere, mentre i partecipanti alla cerimonia hanno osservato un momento di raccoglimento alla loro memoria.
Il presidente Klaus Iohannis ha deposto una corona di fiori e, nel discorso tenuto, ha puntualizzato il loro sacrificio come pure quello delle loro famiglie, ricordando, in ugual misura, che la missione dell’Esercito Romeno in Afghanistan resterà nei libri di storia come la più lunga, complessa e importante operazione militare all’estero dopo la Seconda Guerra Mondiale. Klaus Iohannis: “Cari militari, avete scritto pagine di storia, siete gli eroi delle nostre generazioni e siamo orgogliosi di voi. Ci avete fatto vedere che l’amore per la patria, lo spirito di sacrificio, il coraggio, l’abnegazione e il patriottismo restano punti di riferimento fondamentali per la nostra nazione. Non dimenticheremo mai i nostri eroi!”
Più di 32 mila militari di tutte le categorie di forze hanno partecipato a missioni in Afghanistan — donne e uomini che hanno lasciato a casa, per un certo periodo, genitori, figli o persone care, per partecipare a una missione che ha messo in pericolo le loro vite. Il primo a essere dislocato in questo Paese, a giugno 2002, è stato il Battaglione 26 Fanteria di Craiova (sud), soprannominato “Gli Scorpioni Rossi”, guidato dall’allora tenente-colonnello Nicolae Ciucă, attualmente generale a riposo e ministro della Difesa. In altre parole, è stato lui a guidare la prima missione militare in Afghanistan e a coordinare, quasi 20 anni dopo, il ritiro delle truppe da questo Paese. In questa doppia qualità, il ministro Ciucă ha dichiarato che, tramite la missione in Afghanistan, la Romania è riuscita a conquistare il rispetto dei suoi partner della NATO nella guerra globale contro il terrorismo. I costi totali della partecipazione romena in Afghanistan sono ammontati a oltre 3 miliardi di lei (pari a circa 600 milioni di euro).