Energia: strategia nazionale al dibattito pubblico
Gli investimenti necessari al settore energetico romeno per il periodo 2015-2035 ammontano a circa 100 miliardi di euro. Lo rileva la Strategia energetica nazionale, lanciata di recente al dibattito pubblico, come analisi del sistema e degli impegni assunti dalla Romania da stato membro dell’UE.
Mihai Pelin, 08.12.2014, 12:32
Gli investimenti necessari al settore energetico romeno per il periodo 2015-2035 ammontano a circa 100 miliardi di euro. Lo rileva la Strategia energetica nazionale, lanciata di recente al dibattito pubblico, come analisi del sistema e degli impegni assunti dalla Romania da stato membro dell’UE.
La Strategia è elaborata insieme ad esperti degli ambienti accademici e imprenditoriali e della società civile. Ai sensi del documento, la Romania deve assicurare l’esistenza di un mercato stabile, prevedibile e trasparente, tramite strategie e politiche pubbliche e la rimozione delle potenziali barriere nell’attirare gli investitori.
Inoltre, la trasformazione del settore energetico va sostenuta nel prossimo decennio da investimenti significativi, nuove capacità energetiche di produzione, trasporto e distribuzione, nonchè tramite una nuova tecnologizzazione e una maggiore efficacia di quelle esistenti.
Contemplata anche la modernizzazione delle centrali nucleari, idroelettriche e di quelle a carbone, però la Strategia si basa anche sullo sfruttamento del gas naturale nel Mar Nero. Dopo aver individuato nel 2012 un immenso giacimento di gas naturale nella piattaforma continentale del Mar Nero, la compagnia OMV Petrom ha scoperto di recente anche uno di greggio sempre nella piattaforma continentale, però più vicina al litorale romeno.
Gli esperti ritengono che queste scoperte potrebbero ridisegnare la mappa energetica dell’Europa. Sfruttando il gas naturale nel Mar Nero, la Romania potrebbe non avere più bisogno di importazioni, e, qualora i giacimenti fossero più ricchi delle stime attuali, allora gli idrocarburi estratti potrebbero coprire anche una parte del fabbisogno europeo, spiegano i dirigenti della OMV Petrom, compagnia come ha tra gli azionisti anche lo stato romeno.
Attualmente, la Romania ottiene da risorse proprie la maggior parte del fabbisogno di gas naturale, cosicchè dalla Russia importa meno del 20% del necessario. Dopo che Mosca ha abbandonato di recente il progetto del gasdotto South Stream, l’UE tenta di proteggersi dai capricci della Russia e cerca delle alternative all’approvvigionamento con gas.
Tra le possibili varianti si annovera un gasdotto che attraversi la Turchia. Inoltre, l’UE mira a sviluppare il trasporto di gas naturale liquefatto tra la Georgia e la Romania attraverso il Mar Nero. D’altra parte, la Romania deve ancora lavorare per ultimare l’interconnessione della sua rete di gasdotti a quelli dei suoi vicini.
Bucarest ha capito che una modalità per ottenere l’indipendenza energetica è anche la riduzione del consumo di energia, tramite programmi quali la riabilitazione termica delle abitazioni nella capitale o “la rivoluzione verde”, illustrata dai massicci investimenti nella produzione di biogas ed energia eolica.