Embargo russo: effetti su esportazioni di frutta e verdura
Con il recente embargo alle importazioni di frutta e verdura provenienti dall’Ue, in risposta alle sanzioni imposte per il sostegno ai separatisti pro-russi in Ucraina, le autorità di Mosca hanno recato dei seri svantaggi ai cittadini russi. Sono, adesso, costrette, a trovare soluzioni per compensare un deficit pari al 35% del consumo interno. Per quanto riguarda gli europei, questi cercano modalità per diminuire le perdite subite dagli agricoltori.
Roxana Vasile, 12.08.2014, 15:48
Con il recente embargo alle importazioni di frutta e verdura provenienti dall’Ue, in risposta alle sanzioni imposte per il sostegno ai separatisti pro-russi in Ucraina, le autorità di Mosca hanno recato dei seri svantaggi ai cittadini russi. Sono, adesso, costrette, a trovare soluzioni per compensare un deficit pari al 35% del consumo interno. Per quanto riguarda gli europei, questi cercano modalità per diminuire le perdite subite dagli agricoltori.
Colpito specialmente il settore delle pesche e delle pesche nettarine nel contesto in cui l’Unione produce annualmente 2,5 milioni di tonnellate di pesche e 1,2 milioni di tonnellate di pesche nettarine. Francia, Italia, Spagna e Grecia sono i maggiori produttori a livello europeo. Per questi Paesi, ma anche per altri Paesi produttori, Bruxelles ha annunciato misure eccezionali atte a ridurre l’offerta e favorire la domanda. Si tratta, tra l’altro, dell’aumento dal 5 al 10% della quantità di frutta che si può ritirare dal mercato e distribuire gratuitamente in ospedali e carceri. “È un primo segnale” – ha sottolineato il commissario europeo all’Agricoltura, il romeno Dacian Ciolos, il quale ha precisato che non esiterà, se necessario, a fare la stessa cosa per sostenere anche altri settori dipendenti dalle esportazioni verso la Russia.
La Romania non è colpita direttamente dall’embargo russo. Stando al segretario di stato al Ministero dell’Agricoltura, George Turtoi, potrebbero verificarsi però degli effetti indiretti.
“Noi non esportiamo verdura e frutta verso il mercato russo, quindi non sarebbe questo il problema. L’unico rischio sarebbe che la produzione da altri stati Ue arrivi in Romania e crei concorrenza per la produzione interna”, ha spiegato Turtoi.
I farmer romeni già constatano un calo dei prezzi sul mercato romeno, soprattutto per i pomodori e i cetrioli. Essi affermano che si trova nell’impossibilità di valorizzare la produzione di quest’anno a causa dell’invasione di prodotti destinati inizialmente al mercato russo.
“Sono colpite le colture di pomodori e cetrioli, a causa dei blocchi sul mercato. Qualche centinaia di migliaia di tonnellate, per un valore di circa 500 milioni di euro, che dovevano andare verso la Federazione Russa, sono orientate attualmente verso Paesi Ue, compresa la Romania, motivo per cui si registrano cali dei prezzi della verdura tra il 50 e il 70%”, ha spiegato Cristi Rusu, direttore dell’Associazione “Hortifruct”.
Nella confinante Moldova, l’embargo russo alle importazioni di frutta e verdura, fresche o confezionate, ha degli effetti più visibili. Sanzionata severamente da Mosca per la sua decisione di ravvicinamento all’Ue, l’ex repubblica sovietica, a maggioranza romenofona, il più povero stato dell’Europa, potrebbe registrare, quest’anno, perdite di circa 70 milioni di dollari, nonostante l’aiuto offerto dalla Romania e il raddoppiamento delle quote per il mercato comunitario.