Elezioni: Romania, conto alla rovescia per le politiche
Nel fine settimana, i romeni aventi diritto di voto sono chiamati alle urne per eleggere il nuovo Parlamento di Bucarest. Per 136 seggi di senatori e 329 di deputati, sono in lizza oltre 7.000 candidati, di circa il 10% in più rispetto alle precedenti elezioni politiche svoltesi nel 2016. Dalla mappa dei candidati elaborata dal think tank Expert Forum, emerge che il maggior numero di candidati – 641 – rappresenta il Partito Movimento Popolare, fondato dall’ex presidente Traian Băsescu.
Corina Cristea, 03.12.2020, 12:33
Seguono il Partito Nazionale Liberale (PNL), ora al governo, con 640 candidati, Pro Romania, guidato dall’ex premier socialdemocratico Victor Ponta (639), e il Partito Socialdemocratico (PSD), il numero uno all’opposizione (631). L’Unione Salvate Romania – PLUS, l’unica alleanza a queste elezioni, ha 616 candidati. Sulle liste elettorali si ritrovano parecchi candidati dell’Alleanza per l’Unione dei Romeni (AUR), un partito relativamente nuovo sulla scena politica romena, del Partito Ecologista Romeno o dell’Unione Democratica Magiari di Romania, come anche 43 indipendenti.
E’ per la seconda volta che i romeni si recano alle urne nel 2020, dopo le amministrative svoltesi il 27 settembre. Ora come allora, sia per la campagna elettorale che per la votazione sono state istituite delle regole in accordo con la situazione generata dall’epidemia di coronavirus. Siccome gli assembramenti elettorali sono stati limitati a poche decine di persone, nella piena osservanza delle norme anti-Covid, la componente digitale e l’ambiente online hanno svolto un ruolo essenziale in questa campagna nella trasmissione dei messaggi agli elettori. Per le azioni all’aperto, sono stati permessi solo i gruppi di sei persone al massimo, e di due per quelle porta a porta.
Tutto sommato, una campagna elettorale atipica, finalizzata ad una considerevole posta in gioco politica per tutti i candidati. I liberali, al governo da poco più di un anno, auspicano che il cambiamento della composizione del Parlamento – dominato negli ultimi quattro anni da un PSD ostile nei loro confronti – per poter costruire una maggioranza. Un buon esito è auspicato, naturalmente, anche dai socialdemocratici, i vincitori delle elezioni del 2016, e mandati via dal governo lo scorso anno, in seguito a una mozione di sfiducia. Lo stesso vale per l’Alleanza USR-PLUS, la cui fiducia in un buon risultato è motivata anche dalle percentuali ottenute alle amministrative.
I romeni all’estero saranno rappresentati nel futuro Parlamento da quattro deputati e due senatori. Al voto per corrispondenza si sono registrati 39.000 connazionali che vivono in altri Paesi, per la maggior parte dalle comunità di Gran Bretagna, Germania, Italia, Spagna e Francia. All’estero, i seggi elettorali saranno aperti sia il 5 che il 6 dicembre. Nel Paese, si voterà esclusivamente domenica 6 dicembre.