Elezioni: presidenziali, si va a ballottaggio Victor Ponta – Klaus Iohannis
Saranno il premier Victor Ponta, candidato dell’Alleanza tra i socialdemocratici, l’Unione nazionale per il progresso della Romania e i conservatori, e il rappresentante dell’Alleanza cristiano-liberale, il sindaco di Sibiu, Klaus Iohannis, a contendersi il ballotaggio presidenziale del 16 novembre in Romania.
Radio România, 03.11.2014, 12:27
Secondo i risultati comunicati dall’Ufficio Elettorale Centrale dopo il primo turno, svoltosi il 2 novembre, Victor Ponta ha riunito circa il 41% dei voti, mentre Klaus Iohannis quasi il 31%. L’ex premier liberale, Calin Popescu Tariceanu, è arrivato terzo con circa il 6%, mentre l’eurodeputata Monica Macovei e la candidata del Movimento popolare, Elena Udrea, hanno vinto quasi il 5%.
Victor Ponta ha dichiarato di voler unire i romeni in un processo di ricostruzione del Paese, dopo anni di divisione.
“Nelle prossime due settimane, mi rivolgerò sia a coloro che mi hanno votato che a coloro che hanno optato per un altro candidato o che non sono andati alle urne. Ho una responsabilità nei confronti di tutti e il mio progetto presidenziale include assolutamente tutti i romeni del Paese e dall’estero”, ha dichiarato Victor Ponta.
Da parte sua, Klaus Iohannis ritiene che i risultati del primo turno indicano che i romeni vogliono un cambiamento.
“Io sono l’unico candidato rimasto in gara disposto a garantire l’indipendenza della giustizia e lo stato di diritto. Chiamo accanto a me tutti i romeni che vogliono che la legge sia legge, che non vogliono mettere l’intero potere nelle mani di un unico partito”, ha detto Iohannis.
L’affluenza alle urne ha sfiorato il 53% dei circa 18 milioni di romeni aventi diritto di voto. Nei 294 seggi aperti all’estero, di cui 51 in Italia, hanno votato poco più di 160.000 romeni, di cui 35.508 in Italia, 33.053 in Spagna e 21.980 nella confinante Moldova.
Il Ministero degli Esteri di Bucarest ha precisato che lo stesso numero di seggi era stato organizzato anche alle precedenti elezioni presidenziali del 2009, quando in tutto il mondo avevano votato 146.000 connazionali.