Elezioni Moldova: una settimana fino al ballottaggio presidenziale
Il turno decisivo delle presidenziali in Moldova promette più suspense di quello del 2016. Gli sfidanti sono sempre il vincitore di quattro anni fa, il presidente socialista filorusso in carica, Igor Dodon, e lex premier pro-occidentale Maia Sandu. Però, il 15 novembre, la Sandu parte nella corsa con un leggero vantaggio, dopo che nel primo turno ha ottenuto più del 36% dei voti, mentre Dodon meno del 33%. Come sempre in Moldova, il voto non è stato solo politico, ma anche geopolitico. Lex premier è stata votata allunanimità dalla diaspora, ottenendo più del 70% dei voti. Ha vinto anche nella capitale Chişinău, nelle regioni del centro e parzialmente nel sud del Paese, dove la popolazione romenofona è maggioritaria.
Bogdan Matei, 09.11.2020, 11:25
Il turno decisivo delle presidenziali in Moldova promette più suspense di quello del 2016. Gli sfidanti sono sempre il vincitore di quattro anni fa, il presidente socialista filorusso in carica, Igor Dodon, e lex premier pro-occidentale Maia Sandu. Però, il 15 novembre, la Sandu parte nella corsa con un leggero vantaggio, dopo che nel primo turno ha ottenuto più del 36% dei voti, mentre Dodon meno del 33%. Come sempre in Moldova, il voto non è stato solo politico, ma anche geopolitico. Lex premier è stata votata allunanimità dalla diaspora, ottenendo più del 70% dei voti. Ha vinto anche nella capitale Chişinău, nelle regioni del centro e parzialmente nel sud del Paese, dove la popolazione romenofona è maggioritaria.
Visibilmente irritato dal voto allestero, dove laffluenza alle urne ha sfiorato cifre-record, di quasi 150 mila persone, lattuale capo dello stato ha definito la diaspora un elettorato parallelo, attirandosi una valanga di critiche sarcastiche. Dodon ha ottenuto un numero maggiore di voti nelle zone dominate dalle minoranze etniche: la regione separatista pro-russa Transnistria nellest, il distretto di Taraclia, popolato da etnici bulgari, e lentità territoriale autonoma Gagauzia, con popolazione turcofona, entrambi nel sud della repubblica.
I candidati che promuovono la riunificazione con la Romania oppure almeno pro-europei, usciti dalla corsa elettorale dopo il primo turno, hanno annunciato il loro sostegno incondizionato a Maia Sandu nella finale. La sorpresa è arrivata però da Bălţi (nord), la seconda città moldava come grandezza, il cui sindaco, il populista pro-russo Renato Usatîi, che si è piazzato al terzo posto una settimana fa, ha esortato il suo elettorato, di circa il 17%, a votare sempre per lex capo del Governo. Egli sostiene di essere stato messo sotto pressione dal Potere per sostenere Dodon e auspica che Maia Sandu riesca a smantellare il sistema di corruzione generalizzata coordinato dallattuale presidente.
Gli analisti, citati dai corrispondenti di Radio Romania a Chişinău, segnalano lintensificazione delle campagne di strumentalizzazione e di promozione di fake news, di origine russa, a cui è sottoposta Maia Sandu. Secondo questi scenari apocalittici, lUnione Europea e gli Stati Uniti preparerebbero una cosiddetta rivoluzione colorata nelleventualità di una vittoria di Dodon. Un altro “spauracchio è che le pensioni e gli stipendi non sarebbero più pagati e il commercio con la Federazione Russa sarebbe fermato se Maia Sandu diventasse presidente.
Lo scorso mese, il leader del Cremlino stesso, Vladimir Putin, aveva espresso il suo desiderio che lelettorato della Moldova ripagasse gli sforzi di Dodon di avvicinarsi a Mosca. Già dal primo turno, i commentatori avevano ammonito che per la Russia è unabitudine intromettersi nelle elezioni in Moldova, però stavolta lingerenza è molto più attiva.