Elezioni amministrative in Romania
Florentin Căpitănescu, 06.06.2016, 15:39
Le elezioni amministrative svoltesi domenica non hanno fatto altro che confermare le tendenze degli ultimi mesi sulla scena politica romena. Il Partito Socialdemocratico, di sinistra, ha ottenuto a livello nazionale circa il 40% dei seggi, con una differenza di oltre il 10% rispetto a quelli ottenuti dal Partito Nazionale Liberale, in calo nellultimo anno e mezzo, dopo che il suo candidato, Klaus Iohannis, si era imposto alle presidenziali del 2014.
A Bucarest, città considerata, fino a non molto tempo fa, una roccaforte della destra, il PSD si è impossessato non solo della carica di Sindaco generale, ma ha conquistato anche i sei rioni della Capitale. La vittoria del suo candidato al Comune di Bucarest, lex giornalista Gabriela Vrânceanu Firea, che ha avuta unascensione molto rapida nella carriera politica di soli 4 anni, rappresenta una doppia prima. E la prima donna sindaco nella storia della città e il primo candidato socialdemocratico ad aggiudicarsi il più importante incarico nella pubblica amministrazione romena.
Al secondo posto si è piazzato la “rivelazione” di queste elezioni, Nicuşor Dan, da molto tempo rappresentante di una ONG, impegnato attivamente nella lotta contro le irregolarità commesse dal Comune di Bucarest negli ultimi anni. Fiducioso nel potenziale del partito che ha creato di recente e incoraggiato dallalta percentuale ottenuta, Nicuşor Dan ha dichiarato che desidera che lUnione Salvate Bucarest (USB) diventi rilevante a livello nazionale. Laumento della sua popolarità tra gli elettori di Bucarest coincide con un forte calo del PNL (centro-destra), ritenuto il grande perdente nella Capitale.
Vittima delle proprie opzioni, dopo che i suoi leader hanno designato ben 4 candidati, il PNL si trova in una situazione delicata, soprattutto in vista delle politiche previste questo autunno. Daltronde, il candidato liberale alla carica di sindaco della capitale, Cătălin Predoiu, ex ministro della giustizia, ha annunciato già le sue dimissioni dalla carica di capo della filiale del PNL di Bucarest.
Nel Consiglio Generale, il maggiore numero dei voti spetteranno al PSD, assieme al suo alleato più piccolo, lUnione Nazionale per il Progresso della Romania, mentre lUnione Salvate Bucarest e il PNL si assumeranno il ruolo dellOpposizione, sono del parere gli osservatori.
Daltra parte, le elezioni di domenica sono state segnate da un assenteismo preoccupante, soprattutto nelle grandi città. A Bucarest, ad esempio, il tasso di partecipazione è stato del 33%, il più basso nel Paese, secondo lUfficio Elettorale Centrale. A livello nazionale, hanno votato meno del 50% delle persone iscritte sulle liste elettorali, un tasso inferiore rispetto al precedente scrutinio, del 2012.
Altrettanto preoccupante è il fatto che, sebbene il contrasto della corruzione goda di grande sostegno nella società, alcuni dei sindaci nei cui confronti sono stati aperte inchieste penali per atti di corruzione sono riusciti a vincere un nuovo mandato. E successo a Braşov (centro), con George Scripcaru, a Craiova (sud), con Lia Olguţa Vasilescu, oppure a Baia Mare (nord), dove Cătălin Cherecheş è stato riconfermato nella carica benché si trovi dietro le sbarre. Emil Boc, a Cluj (nord-ovest), Gheorghe Falcă, ad Arad (ovest) e Nicolae Robu, a Timişoara (ovest), si annoverano tra i sindaci che hanno ottenuto nuovi mandati.
Sono stati eletti invece nuovi sindaci in città come Costanza (sud-est), Iaşi (nord-est) o Sibiu (centro). La grande controversia nellorganizzazione dello scrutinio è stata lelezione dei sindaci in un unico turno, misura che – stando agli analisti politici – mette in dubbio la legittimità di molti dei futuri responsabili locali. Più di 250 mila candidati si sono contesi gli incarichi di sindaci e consiglieri locali nei quasi 3.200 città e villaggi e di membri dei 41 consigli provinciali.