Economia: inflazione, a dicembre 2013 all’1,5%
A dicembre 2013, l’inflazione in Romania era calata all’1,5%, il più basso livello dal 1989, di circa 1 pp inferiore al target della Banca Centrale. La diminuzione annunciata dall’Istituto Nazionale di Statistica è dovuta in gran parte al calo di circa il 2% dei prezzi di alcuni generi alimentari, grazie all’ottima annata agricola. Invece, i servizi e i generi non alimentari hanno registrato un caroprezzo superiore al 3,4%.
Corina Cristea, 15.01.2014, 11:12
I maggiori cali si sono registrati per uova, olio, frutta, zucchero o pane, mentre i prezzi per patate e fagioli sono aumentati, pari alle tariffe per acqua, fognatura, nettezza urbana, tabacco e sigarette, gas ed energia elettrica. L’analista economico Aurelian Dochia spiega perchè il calo dell’inflazione non si riflette visibilmente sul tenore di vita della popolazione.
“Probabilmente, la recente diminuzione dei prezzi per i generi alimentari è stata importante per la maggioranza della popolazione, in quanto il loro peso nel “cesto” della gente con bassi redditi può superare persino il 50% delle spese totali. Però non posiamo aspettarci a miracoli per quanto riguarda l’impatto dell’inflazione sul tenore di vita. Importante è che possiamo dire che abbiamo eliminato questo permanente timore e ossessione dell’impennata dei prezzi, che per molti erano il principale motivo di preoccupazione, come lo hanno indicato spesso i vari sondaggi demoscopici”, ha spiegato l’analista.
Il Governatore della Banca Centrale, Mugur Isarescu, ha dichiarato che l’inflazione continuerà a calare nella prima metà del 2014, però, man mano che gli effetti positivi della buona annata agricola si attenueranno, tornerà a salire. Però, dice Aurelian Dochia, tramite il tasso propriamente detto dell’inflazione, la Romania si affianca ai Paesi europei sviluppati.
“E’, infatti, un record per la Romania e credo che segni il momento in cui arriviamo a rientrare entro i limiti europei. Nella maggioranza dei Paesi europei, l’inflazione è molto bassa e alcuni sono preoccupati della possibile deflazione, ritenuta indesiderata, secondo quanto spiegano gli economisti”, ha aggiunto Aurelian Dochia.
Una simile possibilità metterebbe in difficoltà la politica della Banca Centrale, dal momento che, con la deflazione, la maggioranza degli strumenti non potrà più essere utilizzata.