E’ la Romania preparata per un terremoto?
Il terremoto avvenuto nella notte tra venerdì e sabato, fortemente sentito in tutto il Paese, ma anche negli stati confinanti, non ha prodotto vittime o danni materiali importanti. Stando al direttore scientifico dell’Istituto Nazionale di Ricerca — Sviluppo per la Fisica della Terra, Mircea Radulian, i terremoti di oltre 5 gradi, con l’epicentro in Vrancea, si verificano ogni due-tre anni e liberano una parte dell’energia accumulata nelle placche tettoniche.
Bogdan Matei, 26.09.2016, 13:55
La memoria collettiva dei romeni è ancora traumatizzata dal terremoto del 4 marzo 1977, di 7,2 gradi sulla scala Richter, conclusosi con la morte di 1.570 persone, la maggior parte a Bucarest, ma anche con ingenti danni materiali, stimati all’epoca a oltre 2 miliardi di dollari. Allora sono state distrutte o gravemente danneggiate circa 230.000 abitazioni e 760 unità economiche sono rimaste fuori uso.
Adesso, il segretario di stato nel Ministero dell’Interno Raed Arafat dice che la popolazione deve mantenere la fiducia nelle istituzioni dello stato e nel loro modo di agire in caso di disastro, e che lo stato ha il dovere di preparare i cittadini per catastrofi del genere. Capo del Dipartimento per le Situazioni d’Urgenza, il medico Arafat aggiunge che la mancanza di fiducia nel caso di un disastro può generare perdite di vite umane, soprattutto se la popolazione è stata consigliata, in un modo o in un altro, di non ascoltare i messaggi e le indicazioni delle autorità.
Dal Governo, il vicepremier Vasile Dâncu aveva presentato la settimana scorsa lo stato dei preparativi per un terremoto di grande magnitudo e dichiarava che le autorità sono pronte per un intervento in una situazione del genere. Egli ha annunciato che solo 26 edifici a rischio sismico, su un numero totale di 607, sono stati consolidati negli ultimi 15 anni, tramite programmi del Ministero dello Sviluppo.
I fondi stanziati dall’esecutivo quest’anno per la riabilitazione antisismica di 80 edifici a rischio ammontano a 25 milioni di lei, pari a oltre cinque milioni di euro. Però solo a Bucarest ci sono più di 180 edifici con il “bollino rosso”, cioè estremamente vulnerabili in caso di terremoto. Il vicepremier Dâncu aggiunge che si stanno cercando soluzioni affinché i proprietari di immobili del genere ricevano abitazioni per situazioni di necessità, in cui possano anche restare per sempre se desiderano e in più ricevere un compenso a seconda del valore di mercato.
In Romania — ammette Dâncu — non si sono sufficienti abitazioni per casi di necessità e questo tipo di immobili potrebbe essere costruito anche da compagnie private. Per il consolidamento di quanto più edifici, è necessario cambiare la legge, perché ora, se le persone non vogliono, nessuno può costringere loro a traslocare. (tr. G.P.)