Dopo il vertice del Partenariato Orientale
Alla fine della scorsa settimana, il presidente romeno Klaus Iohannis, ha partecipato, a Bruxelles, al vertice del Partenariato Orientale, dedicato ai rapporti dell’UE con stati del vicinato orientale e del Caucaso. Nell’ambito della riunione, Klaus Iohannis ha sostenuto la necessità che l’UE continui a sostenere costantemente gli sforzi di modernizzazione e riforma dei sei stati del Partenariato orientale. Egli ha sottolineato che non è sufficiente che l’UE solleciti ai partner di implementare riforme, senza che l’Unione, dal canto suo, conceda tutto il sostegno necessario a tale scopo.
Mihai Pelin, 27.11.2017, 13:13
Alla fine della scorsa settimana, il presidente romeno Klaus Iohannis, ha partecipato, a Bruxelles, al vertice del Partenariato Orientale, dedicato ai rapporti dell’UE con stati del vicinato orientale e del Caucaso. Nell’ambito della riunione, Klaus Iohannis ha sostenuto la necessità che l’UE continui a sostenere costantemente gli sforzi di modernizzazione e riforma dei sei stati del Partenariato orientale. Egli ha sottolineato che non è sufficiente che l’UE solleciti ai partner di implementare riforme, senza che l’Unione, dal canto suo, conceda tutto il sostegno necessario a tale scopo.
A Bruxelles, il capo dello stato romeno ha avuto anche incontri bilaterali con il premier di Chişinău, Pavel Filip, e con il suo omologo ucraino Petro Poroshenko, i principali argomenti analizzati essendo l’iter europeo della Moldova (repubblica a maggioranza romenofona) e la questione dell’insegnamento in lingua romena in Ucraina. Klaus Iohannis ha affermato che la Moldova è al centro delle preoccupazioni romene e che ci sono buoni segni per quanto riguarda il suo iter europeo: “Le riforme vanno avanti. Certo, c’è ancora molto da fare, ma esistono miglioramenti che ci rendono fiduciosi che la Moldova desidera veramente accentuare e rafforzare il suo iter europeo. Noi offriamo sostegno da molti punti di vista, anche tramite misure concrete, come, ad esempio, il sostegno finanziario importante che la Romania ha concesso alla Moldova.”
All’incontro con Petro Poroshenko, i colloqui hanno puntato sull’insegnamento in lingua romena nel Paese confinante. Il capo dello stato romeno ha affermato che è possibile un’evoluzione verso la soluzione del problema: “Ho detto al presidente Petro Poroshenko che, per noi, il tema è molto importante e che dobbiamo individuare una soluzione. Mi ha promesso che terrà conto di tutte le raccomandazioni che farà la Commissione di Venezia per modificare la legislazione in tal senso. Un secondo sollecito è stato che le modifiche che riguardano l’istruzione in lingua romena in Ucraina siano discusse, prima di essere inserite nella legge, sia con noi, rappresentanti dello stato romeno, che con i rappresentanti della minoranza romena d’Ucraina.”
Approvata a settembre nel Parlamento ucraino, la nuova Legge sull’istruzione limita i diritti delle minoranze nazionali per quanto riguarda l’insegnamento in lingua materna. La legge prevede che al ginnasio, nei licei e nelle facoltà si insegnerà in ucraino, mentre nelle lingue delle minoranze si potrà insegnare solo all’asilo e alle elementari. Oltre a Klaus Iohannis, il quale ha annullato una sua visita a Kiev a causa di questa legge, hanno espresso malcontento pure il Parlamento, il Governo e il Ministero degli Esteri di Bucarest, nonché i rappresentanti degli etnici romeni d’Ucraina, il cui numero ammonta a quasi mezzo milione.