Divergenze sulle politiche fiscali
Il presidente romeno, Klaus Iohannis, ha criticato duramente, giovedì, l’Esecutivo sostenuto dalla coalizione PSD-ALDE per le misure fiscali previste e gli ha chiesto di rinunciare ad esse. Il capo dello stato romeno ha definito le riforme preparate dai governanti una confusione fiscale, che anziché risolvere i problemi, li complica di più. Klaus Iohannis: Chiedo alla coalizione governativa, PSD e ALDE, di dare prova di responsabilità e di rinunciare a questo tipo di politica fiscale che genera sfiducia, incertezza e, in fondo, non aiuta nessuno. Per quanto riguarda le misure economiche proposte, raccomando prudenza nelle decisioni politiche e governative.”
Bogdan Matei, 03.11.2017, 14:36
Il presidente romeno, Klaus Iohannis, ha criticato duramente, giovedì, l’Esecutivo sostenuto dalla coalizione PSD-ALDE per le misure fiscali previste e gli ha chiesto di rinunciare ad esse. Il capo dello stato romeno ha definito le riforme preparate dai governanti una confusione fiscale, che anziché risolvere i problemi, li complica di più. Klaus Iohannis: Chiedo alla coalizione governativa, PSD e ALDE, di dare prova di responsabilità e di rinunciare a questo tipo di politica fiscale che genera sfiducia, incertezza e, in fondo, non aiuta nessuno. Per quanto riguarda le misure economiche proposte, raccomando prudenza nelle decisioni politiche e governative.”
Il presidente ha affermato che, secondo un calcolo basato sui dati resi pubblici, dopo il passaggio dei contributi dal datore di lavoro all’impiegato, previsto dal Governo dal 1 gennaio 2018, una persona che riceve lo stipendio medio lordo guadagnerà solo 3 lei, cioè circa 70 centesimi. Dalla sua requisitoria contro le politiche del governo non sono mancati gli investimenti pubblici, di cui ha detto che sono diminuiti in maniera inaccettabile, oppure la raccolta delle tasse al budget dello stato, arrivata ad una minima storica di solo il 25%.
Sempre giovedì, i sindacati hanno dato nuovi segni che potrebbero rompere il fragile armistizio sociale con il Governo. CNSLR Frăţia, una delle più forti confederazioni sindacali romene, che afferma di rappresentare gli interessi di oltre mezzo milione di dipendenti di vari settori, ha annunciato l’avvio delle procedure per l’inizio dello sciopero generale. I rappresentanti dei sindacati temono che, il passaggio del pagamento dei contributi dal datore di lavoro al dipendente determini il calo degli stipendi e la perdita dei posti di lavoro. In precedenza, Cartel Alfa e il Blocco Nazionale Sindacale lanciano ammonimenti simili.
In replica, il premier Mihai Tudose e il leader socialdemocratico, Liviu Dragnea, dichiarano di non capire l’opposizione alle misure fiscali annunciate per l’anno prossimo, dato che ne guadagnerebbero sia i lavoratori che i datori di lavoro. Il capo dell’esecutivo afferma che alcuni dei partner sociali ignorano deliberatamente gli argomenti a favore del passaggio dei contributi agli impiegati: Noi presentiamo loro delle cifre, ma dicono che non sono vere e che i loro calcoli sono diversi. Una parte dei sindacati hanno detto che ciò non è possibile, semplicemente perché loro non sono d’accordo. Cerchiamo di vedere che cosa c’è dietro questa ostinatezza a non accettare la realtà che, infatti, nessuno soffrirà e che questa misura è buona e tutti avranno da guadagnare.”
Neanche i padronati sembrano, però, convinti dagli argomenti del primo-ministro. La Camera di Commercio Americana in Romania afferma che le misure fiscali annunciate dal governo rendono più difficile lo svolgimento degli affari e fanno calare la fiducia degli investitori nell’economia romena. (tr. G.P.)