Dispute sulla DNA
A novembre dell’anno scorso, il presidente Klaus Iohannis aveva respinto la proposta del ministro della Giustizia, Tudorel Toader, che Adina Florea, procuratrice a Costanza (sud-est), fosse nominata a capo della Direzione Nazionale Anticorruzione. In precedenza, anche il Consiglio Superiore della Magistratura aveva espresso parere negativo sulla proposta, argomentando che Adina Florea non è adeguata all’incarico perché reagisce in modo precario in condizioni di stress ed ha problemi di onestà e imparzialità. Il presidente ha invocato, però, altri motivi per il rifiuto, cioè la legalità di una tale candidatura, nel contesto in cui non esiste una prova ufficiale che Adina Florea non abbia fatto parte e non abbia collaborato con i servizi segreti nel periodo comunista.
Ştefan Stoica, 10.01.2019, 13:50
Il ministro Toader è tornato con la stessa proposta, quindi il presidente ha risposto che l’argomento di legalità in base al quale l’aveva respinta la prima volta sussiste. Non è escluso che la nuova partita di ping-pong istituzionale tra il presidente e il ministro della Giustizia diventi oggetto di un’analisi costituzionale alla CCR, come è già successo, a metà dell’anno scorso, con la proposta di rimozione di Laura Codruţa Kovesi dalla carica di procuratore capo della procura anticorruzione. Allora, la CCR aveva dato ragione al ministro Toader nel conflitto con il presidente Iohannis e lo aveva costretto a revocare l’incarico alla Kovesi, sebbene si fosse inizialmente rifiutato, e il parere consultivo del Consiglio Superiore della Magistratura fosse stato, anche il quel caso, negativo.
Per quanto la riguarda, l’ex signora di ferro dell’anticorruzione in Romania ha sporto una querela alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, in cui accusa che non sono state rispettate le garanzie di un processo equo quando le è stato revocato l’incarico. Lei sostiene che la decisione è stata presa senza che i giudici costituzionali le dessero la possibilità di difendersi e senza permettere alcuna via d’attacco. In risposta, il ministro Toader afferma che i magistrati della Corte Costituzionale non giudicano persone, ma eccezioni, obiezioni oppure conflitti giuridici di natura costituzionale.
D’altra parte, l’ex capo della DNA ha precisato che non sollecita risarcimenti oppure di essere rimessa in carica, ma desidera che sia fermata una pratica che ritiene abusiva anche nel caso di altri procuratori con cariche dirigenziali. Si cerca — lamenta la Kovesi — di fermare l’attività dei procuratori, la loro indipendenza, nonché di allontanare dalle cariche i procuratori che desiderano continuare la lotta alla corruzione e indagare altre cause.
Elogiata, in tutti i rapporti della Commissione Europea sulla Giustizia, per la sua efficacia nel contrasto della corruzione al vertice, la DNA non attraversa il suo periodo più fortunato. Cinque procuratori della DNA Oradea (ovest) sono stati interrogati dalla Procura Generale in merito ad una registrazione audio, in cui si discutono azioni di intimidazione dei giudici. La sezione per l’investigazione dei reati nella giustizia ha aperto la settimana scorsa un fascicolo penale in rem, per atti commessi in questo caso. La direzione della DNA ha annunciato di delimitarsi da qualsiasi azione del personale che trasgredisse le norme legali o il codice deontologico dei magistrati ed ha precisato di aver sollecitato note esplicative alla Direzione Nazionale Anticorruzione Oradea.