Discussioni sulla fiscalità
Un mese fa, con l’insediamento del nuovo esecutivo di sinistra di Bucarest, presieduto da Mihai Tudose, il principale partito della coalizione al potere, il PSD, ha fatto importanti cambiamenti nel programma di governo. Le più importanti riguardavano il settore fiscale: l’introduzione dell’imposta sul fatturato, al posto di quella sul profitto, e della cosiddetta tassa di solidarietà che doveva essere applicata alle persone con redditi alti.
Florentin Căpitănescu, 26.07.2017, 14:15
All’imposta sul fatturato, di cui molti esperti finanziari avevano detto che avrebbe provocato un’ondata di fallimenti e, implicitamente, avrebbe soppresso centinaia di migliaia di posti di lavoro, il Governo Tudose ha rinunciato abbastanza presto. Ha fatto la stessa fine anche la tassa di solidarietà. Stando al premier, l’introduzione di questa tassa è ingiustificata, perché avrebbe un impatto minore sul budget. Mihai Tudose: “Era troppo poco per fare qualcosa, se volete non ne valeva la pena. Per il momento, non abbiamo altre misure per quanto riguarda le tasse e le imposte che la popolazione deve pagare”.
Egli ha detto inoltre che il Governo rinuncia anche al passaggio della responsabilità del pagamento dei contributi per la salute e le pensioni all’impiegato — un’altra misura controversa prevista nel nuovo programma di governo. Le simulazioni hanno dimostrato che questo cambiamento non avrebbe portato ai risultati anticipati dall’Esecutivo. Dall’opposizione, i liberali sostengono che questa incertezza fiscale dimostra che il Governo non ha alcun progetto importante per lo sviluppo della Romania. Raluca Turcan, primo vicepresidente del PNL: “Normalmente, quando si stabilisce il sistema di tasse e imposte, bisogna prendere in considerazione una strategia di sviluppo a lungo termine della Romania. Le persone che fanno investimenti in Romania, quelle che lavorano onestamente e desiderano costruirsi un futuro in Romania aspettano dai governanti prevedibilità e fiducia”.
D’altra parte, Il Ministero delle Finanze ha annunciato che l’esecuzione del bilancio generale consolidato si è conclusa, per il primo semestre dell’anno, con un deficit di 6,3 miliardi di lei, cioè del 0,77% del PIL, mentre il deficit registrato nello stesso periodo dell’anno scorso ammontava a 3,9 miliardi di lei, pari allo 0,51% del PIL. Anche se le entrate del bilancio generale consolidato sono aumentate dell’8,2%, il deficit è maggiore perché le spese sono aumentate ancora di più, del 10%. Per quanto riguarda le entrate, crescite si sono registrate nel caso degli incassi dai contributi sociali, dalle imposte sugli stipendi e redditi e dai redditi da capitale. Al capitolo spese, sono aumentate, tra l’altro, quelle per il personale, assistenza sociale, beni e servizi, ha precisato ancora il Ministero delle Finanze. (tr. G.P.)