Difesa: militari romeni all’estero nel 2014
Nel 2014, l’esercito romeno dispiegherà in missioni all’estero 1311 militari, di 725 in meno rispetto al 2013. Lo ha deciso il Consiglio Supremo di Difesa del Paese. I maggiori sforzi si riconfermano la partecipazione alla Forza Internazionale di Assistenza per la Sicurezza in Afghanistan, ma anche il mantenimento dell’impegno nei teatri operativi dei Balcani.
Leyla Cheamil, 18.12.2013, 12:56
Nel 2014, l’esercito romeno dispiegherà in missioni all’estero 1311 militari, di 725 in meno rispetto al 2013. Lo ha deciso il Consiglio Supremo di Difesa del Paese. I maggiori sforzi si riconfermano la partecipazione alla Forza Internazionale di Assistenza per la Sicurezza in Afghanistan, ma anche il mantenimento dell’impegno nei teatri operativi dei Balcani.
In Afghanistan, che rimane una patata bollente sulla mappa mondiale, la maggioranza dei militari romeni sono dispiegati nella provincia meridionale di Zabul, una delle più pericolose, ritenuta roccaforte degli insorti islamici. In 11 anni di presenza in Afghanistan, 23 militari romeni hanno pesro la vita e oltre un centinaio sono rimasti feriti.
Alcuni stati membri dell’Alleanza hanno l’intenzione di rimanere in questo Paese anche dopo la fine del 2014, quando si concluderà la missione di combattimento. Il ritiro delle truppe della NATO desta timori su un’esplosione delle violenze provocate dagli insorti talebani, in lotta aperta con le forze nazionali afghane.
Però l’accordo sulla presenza militare occidentale nel Paese, negoziato da Washington e Kabul, non è stato ancora firmato dal presidente afghano. Hamid Karzai ritiene che sarà compito del suo successore, dopo le presidenziali in programma ad aprile 2014.
Tornando alle decisioni adottate dal Consiglio Supremo di Difesa del Paese a Bucarest, nel 2014 anche il Ministero dell’Interno parteciperà con 791 militari e poliziotti — 301 in più rispetto al 2013 – a missioni sotto l’egida della NATO, dell’UE, dell’ONU e dell’OSCE.
Alla riunione del Consiglio è stato presentato anche il programma multiannuo volto a ristabilire la capacità di combattimento per il periodo 2013 — 2016 e, in prospettiva, fino al 2022. Si contempla una crescita annua del bilancio destinato alla difesa, per arrivare al 2% nel 2016.