Difesa: accordo politico su finanziamento Esercito
Eletto a novembre, il nuvo presidente della Romania, Klaus Iohannis, comincia ad applicare il modello consensuale che ha promesso durante la campagna elettorale. Dopo i dieci anni in cui il suo predecessore Traian Basescu ha guidato la Romania senza nascondere nè le simpatie nè le idiosincrasie politiche, l’ex leader liberale Iohannis si progetta, equidistante dai partiti, al di sopra delle lotte con posta in gioco minore del Parlamento.
Bogdan Matei, 13.01.2015, 12:47
Lunedì, lui ha ottenuto l’accordo di tutte le formazioni politiche rappresentate nel Legislativo per assicurare ogni anno, a partire dal 2017 fino al 2027, almeno il 2% del Pil per la difesa. Da comandante supremo delle forze armate, il presidente afferma che l’aumento del budget per la difesa è necessario in quanto la Romania deve rimanere in guardia, sullo sfondo della crisi nella confinante Ucraina.
“Abbiamo il compito di trattare con maturità la situazione nella regione e dimostrare che siamo una nazione responsabile. Perciò, abbiamo considerato che dobbiamo assicurare i mezzi necessari all’Esercito romeno per poter beneficiare dei fondi necessari per addestramento e per i programmi di dotazione di tecnica moderna”, ha dichiarato Klaus Iohannis.
Primo violino della coalizione governativa insediata quasi tre anni fa, nell’ambito della quale gestisce anche il dicastero della difesa, il PSD ha sottoscritto senza esitazione all’iniziativa presidenziale.
“Auspichiamo che quello che abbiamo cominciato nel 2012, cioè ogni anno più soldi per il sistema di difesa, sia un processo durevole e assunto da tutte le forze politiche, a prescindere dal momento in cui si trovano al governo o all’opposizione”, ha dichiarato il premier socialdemocratico Victor Ponta.
Prevedibilmente, anche Alina Gorghiu, che ha succeduto Iohannis alla guida dell’opposizione liberale, ha applaudito l’accordo politico proposto dal capo dello stato. “Abbiamo la garanzia che, questa volta, su iniziativa del presidente della Romania, questo accordo diventerà realtà e la Romania passerà dall’entusiasmo di essere Paese della NATO alla responsabilità derivante da questo impegno”, ha dichiarato Alina Gorghiu.
L’accordo è stato abbracciato anche dall’UNPR e PC, partner al co-governo, e, dal di fuori della coalizione, dall’UDMR, PP-DD e dal gruppo parlamentare delle minoranze nazionali. Momento rarissimo nella politica romena degli ultimi anni, l’accordo sul finanziamento dell’esercito può essere, dicono i commentatori, l’inizio di una nuova maniera di gestire i grandi dossier dell’amministrazione di Bucarest.