Dibattiti sulle leggi sulla giustizia
Organo consultivo del Consiglio d’Europa, la Commissione di Venezia ha espresso la sua preoccupazione in merito agli emendamenti proposti dalla coalizione governativa PSD-ALDE ai Codici penali. Stando agli esperti della Commissione, le modifiche danneggiano gravemente l’efficacia del sistema giudiziario e il contrasto della corruzione. Loro raccomandano alle autorità di Bucarest di procedere ad una radicale rivalutazione di queste modifiche, tramite un processo di consultazione completo ed efficace, allo scopo di ottenere delle proposte legislative solide e coerenti, che godano anche dell’ampio sostegno della società romena. La Commissione di Venezia ritiene che anche le leggi sullo statuto dei giudici e dei procuratori, sull’organizzazione giudiziaria e del Consiglio Superiore della Magistratura intacchino l’efficacia, la qualità e l’indipendenza della giustizia.
Bogdan Matei, 22.10.2018, 13:51
Organo consultivo del Consiglio d’Europa, la Commissione di Venezia ha espresso la sua preoccupazione in merito agli emendamenti proposti dalla coalizione governativa PSD-ALDE ai Codici penali. Stando agli esperti della Commissione, le modifiche danneggiano gravemente l’efficacia del sistema giudiziario e il contrasto della corruzione. Loro raccomandano alle autorità di Bucarest di procedere ad una radicale rivalutazione di queste modifiche, tramite un processo di consultazione completo ed efficace, allo scopo di ottenere delle proposte legislative solide e coerenti, che godano anche dell’ampio sostegno della società romena. La Commissione di Venezia ritiene che anche le leggi sullo statuto dei giudici e dei procuratori, sull’organizzazione giudiziaria e del Consiglio Superiore della Magistratura intacchino l’efficacia, la qualità e l’indipendenza della giustizia.
Ai dibattiti hanno partecipato sia il ministro della Giustizia, Tudorel Toader, egli stesso membro dell’ente europeo, che il presidente della commissione di specialità della Camera dei Deputati di Bucarest, il socialdemocratico Florin Iordache. Loro hanno ripreso l’argomentazione già presentata dal Potere di sinistra, stando al quale le modifiche sono conformi alle decisioni della Corte Costituzionale della Romania e alle sentenze della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, dove a causa degli abusi commessi in giustizia o nei penitenziari, la Romania ha perso processo dopo processo.
Dall’opposizione, il leader PNL, Ludovic Orban, ha ribadito la convinzione, condivisa anche dalla stampa e dalla società civile, che tutte le modifiche legislative promosse dal governo non facciano altro che mirare alla subordinazione dei magistrati e alla cessazione della lotta alla corruzione. Orban ha annunciato pure che i liberali intendono inoltrare al Parlamento una mozione di sfiducia contro il ministro della Giustizia.
Anche il presidente Klaus Iohannis ritiene che, dopo il parere critico espresso dalla Commissione di Venezia, il ministro Toader abbia perso del tutto la credibilità e che debba rassegnare le dimissioni. In risposta, il ministro ha definito inaccettabile la sollecitazione del presidente, perché non è stato il ministero della Giustizia a promuovere le modifiche apportate al Codice penale e a quello di procedura penale. Il ministro ha voluto pure sottolineare che l’ordinanza d’urgenza, adottata di recente dal Governo, che ha modificato nuovamente le leggi sulla Giustizia, non si può applicare retroattivamente e non intacca la stabilità del sistema giudiziario. Tale ordinanza, aggiunge ancora il ministro, ha uniformato l’anzianità richiesta nella magistratura per i procuratori che ricoprono incarichi esecutivi presso la Procura Generale, la DNA e la DIICOT e non rischia per niente di spopolare le procure, come temono i critici. Gli analisti evitano, in generale, di affiancarsi ad una parte o all’altra. Però segnalano che, dopo quasi due anni in cui le leggi sulla Giustizia hanno dominato l’agenda pubblica, la società romena è sempre più stanca e stufa di questa storia che non finisce più.