Decisioni salariali pre-elettorali
România Internațional, 09.11.2016, 17:16
Questa sollecitazione di
controllo della costituzionalità riguarda solo la legge che modifica
l’ordinanza d’urgenza e non l’ordinanza in sè. Quindi, cò che è stato deciso
atraverso l’ordinanza d’urgenza, a prescindere da ciò che decide la Corte
Costituzionale, resta applicabile. Queste modifiche ricreano o accentuano le
inequità salariali che noi vogliamo che siano corrette e sono convinto che
anche i dipendenti del settore pubblico desiderano non solo aumenti salariali,
ma anche aumenti sostenibili; allo stesso tempo, vogliono essere sicuri che non
saranno modificati da un anno all’altro, a seconda delle disponibilità del
bilancio, e soprattutto che saranno introdotti non solo aumenti salarali, ma
anche che saranno fatte correzioni delle inequità che creano tanti problemi,
ha detto Dacian Colos.
Ciolos reclama inoltre il fatto
che non è stato rispettato il principio del bicameralismo, la legge essendo
modificata in modo sostanzioso dai deputati, rispetto alla forma votata dai
senatori. Il premier aggiunge che il Parlamento non ha chiesto un punto di
vista al Governo per questi aumenti, come richiesto dalla procedura, e non si è
tenuto un dibattito trasparente sul ddl. Presente al voto nella plenaria, il
ministro del Lavoro, Dragos Paslaru, ha mostrato che rispetto alla forma
redatta dal Governo e che avrebbe assicurato aumenti salariali in media del 30%
nei prossimi 5 anni per tutti i dipendenti del settore pubblico, il documento emendato
dalla Camera dei Deputati genera inequità. Egli ha denunciato la mancata
sostenibilità del bilancio per questi aumenti, il cui impatto è stimato a circa
1,1 miliardi di euro all’anno. Il PSD, promotore della legge, ritiene però che
ci siano sufficienti soldi per questi aumenti, che sono stati sostenuti
dall’UDMR, ALDE e dal Grupopo delle Minoranze Nazionali. Il leader
socialdemcoratico, Liviu Dragnea, crede che il deficit di bilancio non supererà
il limite ammesso e che l’impatto sul budget sarà di solo 1,9 miliardi di lei e
non di quasi 5 miliardi come affermato dal governo. Il Pnl ha rifiutato di
partecipare ai dibattiti e al voto nella Camera, ritenendo che gli aumenti
salariali non abbiano copertura finanziaria e siano introdotti solo a fine elettorale.
Nell’opinione degli analisti, i cosiddetti regali elettorali, offerti prima
delle politiche dell’11 dicembre, lasceranno la loro impronta sulla crescita
economica e porteranno al calo degli investimenti. (traduzione di Adina Vasile)