Decisioni della Banca Centrale della Romania sugli interessi
La Banca Centrale della Romania ha deciso di mantenere il tasso dell’interesse di politica monetaria al 2,5% all’anno e il principale scopo di tale decisione è, secondo un comunicato della Banca, di garantire la stabilità dei prezzi a medio termine, nel contesto in cui le più recenti valutazioni riconfermano la continuazione del calo del tasso inflazionistico annuo. Anche l’analista finanziario Cornel Cojocaru, ha spiegato che la decisione di mantenere l’interesse di riferimento è basata su certi indici economici che rilevano una tendenza inflazionistica in calo in Romania. Cornel Cojocaru: “La decisione rileva, da una parte, che la Banca Centrale della Romania continua ad essere sempre più convinta della tendenza di calo graduale dell’inflazione verso il 3,5%, alla fine dell’anno e probabilmente verso il 3% nel 2019. Evidentemente si mantengono incertezze e rischi sui prezzi di alcuni alimenti, perché tuttavia è solo una previsione, i prezzi dei combustibili, basati sull’evoluzione a livello mondiale del prezzo del greggio, ad esempio, i prezzi del gas e dell’energia, come pure le evoluzioni sul mercato del lavoro e la politica fiscale, determinano incertezze”.
Daniela Budu, 04.10.2018, 11:58
La Banca Centrale della Romania ha deciso di mantenere il tasso dell’interesse di politica monetaria al 2,5% all’anno e il principale scopo di tale decisione è, secondo un comunicato della Banca, di garantire la stabilità dei prezzi a medio termine, nel contesto in cui le più recenti valutazioni riconfermano la continuazione del calo del tasso inflazionistico annuo. Anche l’analista finanziario Cornel Cojocaru, ha spiegato che la decisione di mantenere l’interesse di riferimento è basata su certi indici economici che rilevano una tendenza inflazionistica in calo in Romania. Cornel Cojocaru: “La decisione rileva, da una parte, che la Banca Centrale della Romania continua ad essere sempre più convinta della tendenza di calo graduale dell’inflazione verso il 3,5%, alla fine dell’anno e probabilmente verso il 3% nel 2019. Evidentemente si mantengono incertezze e rischi sui prezzi di alcuni alimenti, perché tuttavia è solo una previsione, i prezzi dei combustibili, basati sull’evoluzione a livello mondiale del prezzo del greggio, ad esempio, i prezzi del gas e dell’energia, come pure le evoluzioni sul mercato del lavoro e la politica fiscale, determinano incertezze”.
D’altra parte, è del parere Cornel Cojocaru, la decisione della Banca Centrale rileva che esiste la prospettiva del mantenimento di un ritmo di crescita trimestrale del PIL di circa il 4% e che si è arrivati ad un equilibrio per quanto riguarda la stabilità dei prezzi e del tasso di cambio. Stando al governatore della Banca Centrale della Romania, Mugur Isărescu, la Banca ha voluto offrire una maggiore credibilità al tasso di cambio quando ha deciso di iniziare relativamente presto l’aumento dell’interesse di politica monetaria, perché per mezzo anno, la moneta nazionale è stata bersaglio di dichiarazioni, previsioni e analisi che annunciavano il suo deprezzamento oppure il superamento di certe soglie. Egli ha aggiunto che la misura si è dimostrata corretta, il leu essendo quest’anno più stabile rispetto ad altre monete europee della zona.
Quanto alle misure preparate dalla Banca Centrale per arginare il grado di indebitamento della popolazione, Isărescu ha precisato che non sono volte a limitare i prestiti, ma hanno piuttosto un carattere prudenziale. Mugur Isărescu: “Noi pensiamo ad un orientamento su basi sane dei prestiti. È per il bene dei consumatori, di chi prende prestiti, perché permette loro di valutare bene le possibilità di rimborso, di modo che non ci siano più sorprese legate alle difficoltà della popolazione o delle corporazioni di pagare le rate. Sono questioni di stabilità finanziaria che ci preoccupano. È anche nell’interesse dell’industria non dover attraversare una nuova fase di crescita dei crediti non performanti”. Gli analisti affermano che la Banca Centrale desideri temperare il consumo, considerato un motore non sostenibile della crescita economica in un Paese come la Romania.