Decisione della Corte Costituzionale
E’ passato un mese dall’adozione del controverso decreto governativo d’urgenza n.13, tramite cui il governo romeno ha cercato di rilassare la legislazione penale, ma l’ondata di reazioni che esso ha generato non si è pacata, anche se il decreto è stato cancellato. Lunedì, la Corte Costituzionale ha constatato l’esistenza di un conflitto giuridico costituzionale fra la Direzione Nazionale Anticorruzione (DNA) e l’Esecutivo. Il conflitto — ha precisato la CCR — è stato generato dal fatto che i procuratori si sono assunti la competenza di verificare la legalità e l’opportunità di un atto normativo, cioè del decreto-legge n.13, con la trasgressione delle competenze istituzionali del Governo e del Parlamento.
Ştefan Stoica, 28.02.2017, 14:09
E’ passato un mese dall’adozione del controverso decreto governativo d’urgenza n.13, tramite cui il governo romeno ha cercato di rilassare la legislazione penale, ma l’ondata di reazioni che esso ha generato non si è pacata, anche se il decreto è stato cancellato. Lunedì, la Corte Costituzionale ha constatato l’esistenza di un conflitto giuridico costituzionale fra la Direzione Nazionale Anticorruzione (DNA) e l’Esecutivo. Il conflitto — ha precisato la CCR — è stato generato dal fatto che i procuratori si sono assunti la competenza di verificare la legalità e l’opportunità di un atto normativo, cioè del decreto-legge n.13, con la trasgressione delle competenze istituzionali del Governo e del Parlamento.
La Corte ha spiegato che l’autorità di legiferazione spetta al Parlamento, ma il governo può fare la stessa cosa tramite decreti-legge. In questo caso, l’unica autorità competente nel verificare la legalità dei decreti governativi è la Corte Costituzionale. I controlli dei procuratori anticorruzione sull’opportunità dell’adozione di un decreto governativo e l’esistenza delle relative approvazioni superano le competenze della DNA e sono, rispettivamente, di competenza del Parlamento e della Corte Costituzionale, afferma il presidente della CCR, Valer Dorneanu.: “Consideriamo che siano stati perturbati l’attività del Governo e i rapporti che dovrebbero esistere fra i tre poteri nello stato — giudiziario, esecutivo e legislativo”. Per le loro decisioni politiche, i ministri devono essere sanzionati tramite mezzi politici, non tramite quelli di diritto penale, ha sottolineato la Corte.
Dopo l’annuncio della decisione della CCR, il presidente del Senato, Călin Popescu-Tăriceanu, che aveva inoltrato la segnalazione, ha dichiarato che i rapporti fra i poteri nello stato stanno tornando alla normalità e che la soluzione della Corte farà sì che in futuro siano evitati ulteriori conflitti inter-istituzionali. Călin Popescu-Tăriceanu: “Il Parlamento delega al governo la possibilità di adottare disegni di legge e decreti governativi d’urgenza ed è il Parlamento che eventualmente li censura dal punto di vista dell’opportunità; dal punto di vista della legalità, solo la Corte Costituzionale è abilitata a decidere e ciò non spetta per niente alla Procura”.
Lunedì, proprio nel giorno della decisione della CCR, la DNA ha archiviato una parte del dossier aperto nel caso dell’adozione del Decreto-legge n.13 e lo ha inoltrato alla Procura Generale. I procuratori anticorruzione sospettano una trasgressione della legge — tra cui il favoreggiamento della delinquenza, la distruzione di documenti o la presentazione, in malafede, di dati inesatti. Il presidente della Corte Costituzionale, Valer Dorneanu, ha precisato che d’ora in avanti possono essere indagati solo reati che riguardano la responsabilità penale diretta e che le indagini devono essere condotte osservando le prerogative della CCR, del Parlamento e del Governo. (tr. G.P.)