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Decentramento: via libera a ddl, segue fiducia nel Parlamento

Annunciato dalle autorità di Bucarest come uno dei più importanti progetti dopo il crollo del comunismo, il ddl sul decentramento, che trasferisce attribuzioni ministeriali alle autorità proviciali, ha, finalmente, il via libera del Governo. E per non lasciare spazio a possibili modifiche da parte del Parlamento, il Governo ha annunciato di porre la fiducia sul ddl la prossima settimana. Il 1 gennaio del 2014 è la data in cui il premier Victor Ponta desidera la sua entrata in vigore.

Decentramento: via libera a ddl, segue fiducia nel Parlamento
Decentramento: via libera a ddl, segue fiducia nel Parlamento

, 15.11.2013, 12:21

Annunciato dalle autorità di Bucarest come uno dei più importanti progetti dopo il crollo del comunismo, il ddl sul decentramento, che trasferisce attribuzioni ministeriali alle autorità proviciali, ha, finalmente, il via libera del Governo. E per non lasciare spazio a possibili modifiche da parte del Parlamento, il Governo ha annunciato di porre la fiducia sul ddl la prossima settimana. Il 1 gennaio del 2014 è la data in cui il premier Victor Ponta desidera la sua entrata in vigore.



La salute, l’agricoltura, l’ambiente, la cultura, la gioventù e lo sport sono alcuni dei settori in cui le competenze e attribuzioni saranno decentrate con l’entrata in vigore della detta legge. Inoltre, la legge prevede che diventeranno attribuzioni delle autorità locali anche l’autorizzazione e la classificazione delle strutture ricettive turistiche, i club e le basi sportive, i campeggi scolastici e le istituzioni con attribuzioni territorali nel settore della pesca. Per quanto riguarda le spiagge, sarà trasferito alle autorità locali solo il diritto di sfruttamento, esse restando proprietà dello stato. D’altra parte, la Polizia e le Agenzie di prestazioni sociali non entreranno nel processo di decentramento e non saranno trasferiti alle autorità locali neanche i porti o gli edifici dei cinema. C’era d’aspettarsi che un progetto di una simile portata comporti numerosi costi, ma il vicepremier Liviu Dragnea, che definisce il decentramento un patto fermo di rottura della Romania dal comunismo, afferma che il processo non presuppone spese supplementari.



“Con questo processo di decentramento, quasi 14 mila persone lavoreranno nelle istituzioni decentrate, ossia quelli che lavoravano finora in istituzioni deconcentrate, che erano nel subordine dei ministeri, vanno con tutti i diritti che hanno in questo momento nelle istituzioni decentrate, che saranno nel subordine delle autorità locali”, ha spiegato Dragnea.



L’opposizione però non vede di buon occhio questo megaprogetto sostenuto dalla maggioranza social-liberale e accusa il modo di adozione dell’atto normativo, ossia la fiducia posta nel Parlamento. L’attuazione del progetto porterà una politicizzazione a livello locale, ammoniscono i democratico-liberali che desiderano un dibattito parlamentare e chiedono un patto nazionale, cui partecipino tutti i partiti politici, la società civile e il mondo accademico. Essi criticano il processo di decentramento, di cui affermano che non è uno reale. Inoltre, nella loro opinione, un altro svantaggio del decentramento annunciato dal Governo è il maggiore peso sui bilanci locali.

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