Dalle condanne al recupero dei danni
In un periodo segnato, sia a Bucarest che a Bruxelles, da colloqui sulla situazione della giustizia romena, il procuratore capo della Direzione Nazionale Anticorruzione, Laura Codruţa Kövesi, ha presentato, la settimana scorsa, il rapporto di attività per il 2017 dell’istituzione che dirige dal 2013. L’anno scorso è stato difficile per la lotta alla corruzione, fortemente contestata e messa in dubbio, ha precisato la Kövesi. Tuttavia, ha affermato il procuratore-capo della Direzione Nazionale Anticorruzione, i procuratori anticorruzione hanno risolto più di 3.800 fascicoli, un record dalla fondazione dell’istituzione e sono stati resi indisponibili beni per un valore di oltre 200 milioni di euro.
Leyla Cheamil, 07.03.2018, 13:08
In un periodo segnato, sia a Bucarest che a Bruxelles, da colloqui sulla situazione della giustizia romena, il procuratore capo della Direzione Nazionale Anticorruzione, Laura Codruţa Kövesi, ha presentato, la settimana scorsa, il rapporto di attività per il 2017 dell’istituzione che dirige dal 2013. L’anno scorso è stato difficile per la lotta alla corruzione, fortemente contestata e messa in dubbio, ha precisato la Kövesi. Tuttavia, ha affermato il procuratore-capo della Direzione Nazionale Anticorruzione, i procuratori anticorruzione hanno risolto più di 3.800 fascicoli, un record dalla fondazione dell’istituzione e sono stati resi indisponibili beni per un valore di oltre 200 milioni di euro.
Martedì, ad un dibattito sul tema del recupero dei danni, Laura Codruţa Kövesi, ha affermato che lo stato deve ricevere un miliardo di euro solo dalle confische disposte nei dossier gestiti dalla DNA. Secondo lei, nel 2013, la DNA ha reso indisponibili beni di oltre due miliardi di euro. Ora bisogna vedere se le sentenze definitive dei giudici saranno applicate o meno, ha detto ancora Laura Codruţa Kövesi: Vi posso dire che ci sono più di 990 sentenze nei fascicoli della DNA, in cui è stata decisa la confisca di oltre un miliardo di euro. Sono sentenze definitive, che vanno osservate, perché valgono come una legge. Il passo successivo è di inviare queste decisioni al Ministero delle Finanze e alle istituzioni alle quali compete la loro applicazione. Secondo me, queste istituzioni devono dire che problemi affrontano nell’individuare, forse le decisioni dei giudici, nel vendere effettivamente questi immobili.
Laura Codruţa Kövesi ha inoltre dichiarato che le persone indagate preferiscono nascondere i propri beni all’estero. Lei ha menzionato che presso l’istituzione esiste un dipartimento di indagini finanziarie che si è occupato pure di questo aspetto ed ha ricordato che il 2016 è stato il primo in cui la DNA ha sequestrato beni che si trovavano sul territorio di altri stati e sono stati bloccati conti aperti nel Cipro, in Germania e Svizzera.
D’altra parte, il ministro delle Finanze, Eugen Teodorovici, ha dato assicurazioni che le autorità faranno il loro dovere: Ciò che spetta all’Agenzia delle Entrate sarà applicato. Non credo ci sia qualcuno presso questa Agenzia che si permetta di non applicare la decisione di un tribunale. Sono convinto che sono state già avviate simili pratiche per il recupero dei relativi danni. Il Ministro delle Finanze ha inoltre annunciato che presenterà entro breve un rapporto sul tema del recupero dei danni. Dal canto suo, il direttore della Direzione operativa di esecuzione forzata dell’ANAF, Avram Toni, afferma che dei 20 mila fascicoli di esecuzione forzata si occupano 80 persone. Egli ha sottolineato che, tuttavia, dalla creazione di quest’istituzione, nel 2016, sono stati recuperati più di 400 milioni di lei (86 milioni di euro), provenienti dalla vendita di beni.