Dal deficit di bilancio alle misure sociali
In Romania, le cifre relative al deficit di bilancio indicano un saldo negativo di quasi 58 miliardi di lei (circa 11,6 miliardi di euro) dopo i primi quattro mesi dell’anno.
Corina Cristea, 28.05.2024, 11:33
Il Governo di Romania ha un compito non proprio facile: in un anno superelettorale, deve individuare soluzioni finanziarie in un Paese che da diversi anni presenta un deficit eccessivo. Alcune rigorosità vanno rispettate, per non superare i limiti su cui sono puntati gli occhi di Bruxelles, e il tentativo di trovare un denominatore comune tra essi e il funzionamento del Paese nelle migliori condizioni possibili ha portato alla costruzione di un bilancio con un deficit pari al 5% del PIL quest’anno, in calo rispetto al 5,68% del 2023.
I dati pubblicati ora dal Ministero delle Finanze mostrano che il deficit di bilancio è già salito nei primi quattro mesi al 3,24% del prodotto interno lordo, del 2% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Le entrate alle casse dello stato ammontano a quasi 183 miliardi di lei (circa 37 miliardi di euro), ovvero più del 15% su base annua, compresa l’IVA, le imposte sui profitti e sugli stipendi. Ma anche le spese sono aumentate del 29% – soprattutto quelle per i salari, per l’assistenza sociale e quelle per beni e servizi – arrivando a circa 240 miliardi di lei (circa 48 miliardi di euro).
Il deficit di aprile è stato influenzato in buona parte, secondo il competente Ministero, dal pagamento anticipato di 9 miliardi di lei (circa 1,8 miliardi di euro), che rappresentano il valore totale delle pensioni distribuite prima del ponte del 1° maggio e delle vacanze di Pasqua. Il Governo deve continuare a guardare con massima attenzione, tanto più che la Romania si allineerà, a partire dal 1° luglio, alla direttiva europea sulla fissazione del salario minimo lordo, che presuppone che i dipendenti a basso reddito siano pagati con almeno la metà del salario medio.
L’incremento del salario minimo a 3.700 lei (circa 740 euro) dagli attuali 3.300 lei (circa 660 euro) sarà nell’agenda del Governo questa settimana. E l’importo che non sarà soggetto ad alcuna tassa aumenterà dagli attuali 200 lei a 300 lei. Le decisioni sono state prese all’interno della coalizione di governo PSD-PNL, che ha stabilito anche un tetto del 20% per il ricarico di vendita dei prodotti commerciali fabbricati in Romania. Si prevede che l’Esecutivo prenda una decisione in merito nel prossimo periodo.
“Questo concetto è stato implementato in Francia, secondo la stessa logica, per proteggere i produttori locali. In Romania non abbiamo alcun sistema di vendita al dettaglio maggioritario a capitale romeno. Il che è successo, ad esempio, in Polonia. E allora bisogna cercare soluzioni per tutelare i produttori nazionali, perché il rivenditore può imporre alcuni ricarichi di vendita”, ha dichiarato il premier Marcel Ciolacu.
Il PSD e il PNL hanno anche discusso della riduzione delle spese di bilancio, attraverso la loro limitazione allo stretto necessario, fino al primo aggiustamento di bilancio di quest’anno.