Cultura: celebrazioni per Giornata Nazionale in Romania e all’estero
Il 15 gennaio, che nel 2015 segna il 165esimo anniversario del sommo poeta Mihai Eminescu, è diventato dal 2010 anche Giornata della Cultura Nazionale. Ogni anno, le due feste sono celebrate da sessioni solenni, concerti, mostre, presentazioni di libri o proiezioni di film in tutte le istituzioni culturali del Paese e dai centri culturali romeni all’estero.
Roxana Vasile, 15.01.2015, 13:09
Il 15 gennaio, che nel 2015 segna il 165esimo anniversario del sommo poeta Mihai Eminescu, è diventato dal 2010 anche Giornata della Cultura Nazionale. Ogni anno, le due feste sono celebrate da sessioni solenni, concerti, mostre, presentazioni di libri o proiezioni di film in tutte le istituzioni culturali del Paese e dai centri culturali romeni all’estero.
In un’intervista a Radio Romania, il ministro della Cultura, Ioan Vulpescu, ha sottolineato che la celebrazione del giorno di nascita come Festa della Cultura Nazionale è una felice coincidenza.
“Questa iniziativa lanciata qualche anno fa dall’accademico Eugen Simion è stata approvata dal Parlamento di Romania, ed è già diventata un autentico punto di riferimento. Sono state pochissime le iniziative culturali ad aver attecchito così rapidamente e così profondamente, come se fossero state da anni. Nei giorni scorsi, vedevo che anche le librerie bucarestine si preparavano per questa grande festa culturale: vetrine tematiche, con molti volumi di Eminescu o su Eminescu. Allo stesso tempo, si svolgono tanti altri eventi”, ha dichiarato il ministro.
Spesso scarsamente finanziata, nei 25 anni passati dalla caduta del regime comunista la cultura è stata una specie di Cenerentola. E lo notava anche il presidente Klaus Iohannis.
“Non basta solo affermare la libertà di creazione e il libero accesso alla cultura come diritti fondamentali costituzionali. Senza essere appoggiati da meccanismi a sostegno della creazione, senza programmi costanti e prevedibili destinati al finanziamento del patrimonio, che aggirano la decisione politica partigiana, restiamo solo nella sfera della propaganda”, ha dichiarato il presidente romeno.
Il ministro della Cultura, Ioan Vulpescu, vede come soluzione l’elaborazione di una strategia nazionale per questo campo di importanza strategica nell’esistenza di una nazione.
“Un elemento essenziale sarebbe, infatti, una strategia nazionale nel campo culturale. Sono passati 25 anni dalla Rivoluzione e manca una strategia che, oltre i cicli elettorali, sia in grado di promuovere i valori della cultura e della civiltà romena nel Paese e all’estero”, ha detto il ministro.
“Eminescu, Brancusi, Enescu, Ionescu e tutti i grandi intellettuali, artisti e creatori romeni sono i veri unificatori di questo Paese, che ci hanno aiutato a costruire la nostra identità e a tenere la testa alta nel mondo”, ricorda, da parte sua, il premier Victor Ponta.
Dichiarandosi un fermo sostenitore della tolleranza, della libertà di espressione e della diversità culturale, ma anche un romeno orgoglioso dei valori culturali nazionali, il primo ministro dichiara che la principale missione in una Romania europea è quella di promuovere tutte le forme di espressione culturale. “E’ il nostro passaporto per il futuro”, aggiunge il premier.