Critiche e raccomandazioni alla Romania
A gennaio 2017, esattamente 10 anni dopo l’adesione della Romania all’UE, la Commissione Europea formulava, nel rapporto MCV, 12 raccomandazioni che, una volta messe in atto, avrebbero permesso la rimozione di tale meccanismo nel 2019. Era il momento dell’insediamento al potere della coalizione di sinistra PSD – ALDE.
Ştefan Stoica, 14.11.2018, 14:12
A gennaio 2017, esattamente 10 anni dopo l’adesione della Romania all’UE, la Commissione Europea formulava, nel rapporto MCV, 12 raccomandazioni che, una volta messe in atto, avrebbero permesso la rimozione di tale meccanismo nel 2019. Era il momento dell’insediamento al potere della coalizione di sinistra PSD – ALDE.
È spiacevole che in Romania non solo sia cessato il corso delle riforme, ma siano portati in discussione aspetti considerati conclusi o che hanno registrato involuzioni in rapporto alle realizzazioni degli ultimi 10 anni”. La diagnosi appartiene al primo-vicepresidente della Commissione Europea, Frans Timmermans, ed ha accompagnato la presentazione, martedì, del rapporto MCV. È fondamentale — ha aggiunto lui — che la Romania registri di nuovo, il prima possibile, dei progressi per quanto riguarda il contrasto della corruzione e la garanzia dell’indipendenza del sistema giudiziario”. È nella sua opinione, l’unico modo in cui la Romania possa tornare sulla traiettoria che conduca alla chiusura del meccanismo MCV, un fatto che è nell’interesse dei cittadini e del Paese, come pure dell’UE nel suo insieme. E affinché ciò accada, la Commissione ha fatto 8 raccomandazioni in più.
L’esecutivo comunitario ha chiesto al potere di Bucarest di sospendere l’applicazione delle leggi sulla Giustizia e delle successive ordinanze d’urgenza e di rivederle rispettando le raccomandazioni della Commissione di Venezia e del Gruppo di Stati contro la corruzione del Consiglio d’Europa – GRECO. La Commissione chiede anche il congelamento dell’entrata in vigore delle modifiche proposte al Codice penale e al Codice di procedura penale e il rilancio del processo di revisione degli stessi tenendo conto della necessità di garantire la compatibilità dei codici con il diritto UE e con gli strumenti internazionali relativi al contrasto della corruzione.
Si sollecita inoltre al Governo di Bucarest la sospensione immediata di tutte le procedure di nomina e di revoca in corso che riguardano procuratori con funzioni-chiave. Va iniziato da capo — dice la Commissione — il processo di nomina di un procuratore-capo alla DNA che abbia un’esperienza dimostrata nel settore del perseguimento penale dei reati di corruzione e un mandato chiaro affinché la DNA continui ad effettuare delle indagini professioniste, indipendenti e imparziali nei casi di corruzione. L’esecutivo comunitario chiede, inoltre, che siano osservati i pareri negativi espressi dal Consiglio Superiore della Magistratura relativi alla nomina o alla rimozione di alcuni procuratori con cariche dirigenziali.
Congruente con il rapporto della Commissione, la risoluzione del Parlamento Europeo, adottata, sempre martedì, a larga maggioranza, afferma la profonda preoccupazione degli eurodeputati per la riforma della legislazione giudiziaria e penale in Romania. Il motivo è la possibilità che ciò determini il deterioramento strutturale dell’indipendenza del sistema giudiziario e della sua capacità di contrastare efficacemente la corruzione, nonché l’indebolimento dello stato di diritto. Il documento condanna, allo stesso tempo, l’intervento violento e sproporzionato delle forze dell’ordine durante le proteste avvenute a Bucarest nel mese di agosto, proteste in cui romeni del Paese e d’oltreconfine hanno gridato la loro rivolta contro ciò che considerano lo sforzo sistematico del potere di sinistra di sottomettere la giustizia e di neutralizzare gli strumenti di lotta alla corruzione.