Crimea: Romania non riconoscerà annessione alla Russia
Sdegno all’unisono dall’intera classe politica romena per l’annessione della Crimea alla Russia. Le istituzioni, i partiti e i leader politici di Bucarest hanno espresso costernazione e preoccupazione.
Bogdan Matei, 19.03.2014, 12:52
Un atteggiamento alimentato da una parte, dalla perplessità che nel XXI secolo riappaiono pratiche dell’epoca stalinista e, dall’altra, dai traumi storici subiti dalla Romania stessa, costretta, in seguito a un ultimatum del 1940, a cedere all’Unione sovietica i suoi territori orientali.
L’annessione della regione secessionista russofona della Crimea alla Russia è definita dal Ministero degli Esteri romeno come un atto illegittimo, contrario ai principi fondamentali del diritto internazionale, che viola l’indipendenza, la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina.
In questo modo, vengono cancellati gli esiti di decine di anni di dialogo e cooperazione, volti a costruire un’Europa unita, senza linee di divisione, precisa il Ministero degli Esteri romeno.
La diplomazia di Bucarest esprime “il totale disaccordo” per l’azione della Federazione Russa, di cui ammonisce che può generare effetti destabilizzanti nell’intera regione e l’isolamento internazionale di Mosca, dal punto di vista politico, economico e militare.
La Romania — conclude il comunicato del Ministero degli Esteri — non riconoscerà l’annessione della repubblica autonoma della Crimea, parte integrante dello stato ucraino.
Per il presidente romeno Traian Basescu, l’annessione della penisola collocata al sud dell’Ucraina è una prova che la Russia di Putin tenta di rifare l’ex Unione sovietica.
Preoccupazione condivisa dal premier socialdemocratico Victor Ponta, il quale valuta che le istituzioni internazionali devono reagire fermamente, poichè altrimenti la Russia potrebbe continuare la politica annessionistica.
Dall’opposizione, il leader liberale Crin Antonescu afferma che l’annessione di una parte del territorio ucraino contraviene al diritto internazionale, definendo illegale il cosiddetto referendum che l’ha preceduta.
Da parte sua, il primo-vicepresidente democratico-liberale, Catalin Predoiu, sostiene che la Romania deve esprimere fermamente il sostegno al rispetto delle norme di diritto internazionale e coordinare le azioni con i suoi alleati dell’UE e della NATO, che hanno condannato all’unisono l’annessione della Crimea.
A questo punto, quasi tutti i politici di Bucarest si pronunciano per l’acceleramento delle procedure di integrazione nell’UE della Moldova (a maggioranza romenofona), collocata tra la Romania e l’Ucraina, minata, da parte sua, dai focolai del separatismo filorusso della Transnistria (est) e della Gagauzia (sud).