Crimea: preoccupazione a Bucarest e Bruxelles per escalation in Transnistria
Nè i commentatori nè le cancellerie occidentali si affrettano ormai ad affermare che l’appetito territoriale della Russia di Putin fosse stato soddisfatto dall’annessione della Crimea.
Bogdan Matei, 24.03.2014, 12:27
La penisola secessionista del sud dell’Ucraina è solo un caso-scuola di conflitto congelato che, su segnale del Cremlino, può diventare scottante da un giorno all’altro.
La provincia azera di Nagorno — Karabakh, abitata da popolazione a maggioranza armena, le regioni georgiane dell’Abcasia e dell’Ossezia del Sud, o la Transnistria (est della Moldova), sono altrettanti epicentri del separatismo filorusso nello spazio ex sovietico.
Uscite negli anni ‘90 dal controllo delle autorità centrali, in seguito a conflitti che hanno provocato numerose vittime, tutte sono entrate sotto l’ombrella di Mosca, offrendole il pretesto di un interevento militare se l’indipendenza de facto dei suoi protetti fosse messa in pericolo.
Siccome Putin mantiene un silenzio capace di annunciare qualsiasi cosa, è spettato alla presidente della camera alta del Parlamento russo, Valentina Matvienko, il compito di definire come inopportune in questo momento le discussioni sull’annessione della Transnistria, dell’Abcasia e dell’Ossezia del Sud alla Russia.
I leader delle tre regioni non hanno sollecitato a Mosca di accoglierle — dice la Matvienko, dopo che i media russi hanno riferito su una lettera in cui il presidente del parlamento separatista di Tiraspoli, Mihai Burla, sollecitava al presidente della Duma russa, Sergei Naryshkin, di esaminare la possibile annessione della Transnistria.
Dopo la Crimea, il comandande supremo della NATO in Europa, il generale Philip Breedlove, non sembra convinto dalle dichiarazioni delle autorità russe.
“Siamo molto preoccupati per un possibile attacco della Russia su Odessa o Transnistria. Al confine orientale dell’Ucraina sono dispiegate sufficienti forze militari della Russia, che possono raggiungere la Transnistria, se così è stato deciso. Per noi, è uno scenario raccappricciante”, ha detto il generale.
A Bucarest, il presidente Traian Basescu ha ribadito l’idea che il Mar Nero è diventato un lago russo, dal momento che è circondato da conflitti congelati, come quello della Transnistria, dove sono dispiegate truppe russe.
Da parte sua, il capo della diplomazia di Bucarest, Titus Corlatean, ha auspicato che la Russia rispetti il percorso europeo della Moldova, sostenuto costantemente dalla Romania, che, però, lungi dall’essere irreversibile, può essere sventato da una riapertura del conflitto in Transnistria.