Crevedia – inchieste e solidarietà
Le esplosioni avvenute alla stazione di rifornimento di gas liquido a Crevedia, nei pressi di Bucarest, sono arrivate sulle prime pagine della stampa romena e internazionale.
Roxana Vasile, 28.08.2023, 10:47
Sin dal primo giorno di questa settimana, in tutti i distributori di carburanti e gas di petrolio liquefatto di Romania sono stati avviati dei controlli. Stando al premier Marcel Ciolacu, saranno chiuse le attività dove saranno constatati dei problemi che implicano dei rischi alla sicurezza pubblica. Quello che è avvenuto a Crevedia, nel sud della Romania, non dove ripetersi mai più. Sabato sera, è saltata in aria una stazione di rifornimento GPL, che non doveva più funzionare da tre anni, quando aveva perso l’autorizzazione di sicurezza antincendio.
La Procura Generale, che ha assunto il fascicolo che indaga, in questa fase, il reato di danneggiamento colposo seguito da disastro, svolge difficilmente l’inchiesta, poichè potrebbero ancora permanere delle emissioni di gas dai serbatoi, ha precisato il capo dell’istituzione, Alexandru Florenţa. Il procuratore generale ha aggiunto che sono in corso delle perquisizioni al Comune di Crevedia, in una sede di lavoro a Bucarest, nonchè nelle abitazioni dei due amministratori dell’azienda.
Le due direzioni principali sulle quali puntiamo al momento nell’indagine sono, da un lato, quella di stabilire le attività svolte dall’azienda tramite la sede di lavoro di Crevedia, successivamente alla sua dichiarata chiusura, dalla prospettiva delle indicazioni fondate sullo svolgimento di attività nonconformi. La seconda direzione sulla quale punteremo è volta ad accertare il modo in cui è stata autorizzata la sede di lavoro dell’azienda a Crevedia, e, successivamente all’annullamento di quella autorizzazione e alla chiusura formale della rispettvia sede, il modo in cui le istituzioni abilitate hanno attuato i vari controlli, ha spiegato il procuratore generale Alexandru Florenţa.
Il caso di Crevedia è indagato anche dai procuratori anticorruzione per possibili reati di abuso d’ufficio. A loro volta, i procuratori militari indagano sull’intervento, alla luce del gran numero di feriti tra i soccorritori. D’altra parte, nella zona in cui è avvenuto l’incidente, tre case delle sette colpite dalle esplosioni a catena seguite da un devastante incendio, sono state distrutte quasi completamente. Le autorità provinciali e centrali hanno promesso sostegno per la ricostruzione, per cui nel successivo periodo saranno valutati i danni. Inoltre, il Ministero del Lavoro proporrà al Governo la concessione di aiuti di emergenza alle persone colpite dal disastro.
Ma la cosa più importante è il supporto medico e psicologico alle persone ferite o traumatizzate. Sin da ieri i centri trasfusionali della Capitale e di 24 province sono stati aperti alla popolazione che ha voluto donare sangue per le decine di feriti, per la maggior parte pompieri, ma anche gendarmi o poliziotti, alcuni in gravi condizioni, colti dalla seconda esplosione mentre tentavano di spegnere l’incendio provocato dalla prima. Sono ricoverati in vari ospedali, principalmente a Bucarest o già trasferiti in Austria, Germania, Belgio, Norvegia e Italia. La Francia, Israele e la Bulgaria sono altri paesi pronti a concedere supporto medico alla Romania.