Crescita economica e rilassamento fiscale
La Banca Centrale della Romania ha presentato martedì il rapporto sulla stabilità finanziaria che quest’anno punta sull’analisi del settore privato, nelle condizioni in cui un terzo delle compagnie romene registrano perdite permanenti e non usano in maniera efficace un’importante fonte di finanziamento, cioè i fondi europei.
Mihai Pelin, 07.10.2015, 14:42
La Banca Centrale della Romania ha presentato martedì il rapporto sulla stabilità finanziaria che quest’anno punta sull’analisi del settore privato, nelle condizioni in cui un terzo delle compagnie romene registrano perdite permanenti e non usano in maniera efficace un’importante fonte di finanziamento, cioè i fondi europei.
Stando al documento, al momento non esistono rischi sistemici severi. Si manifestano, invece, altri due pericoli sistemici alti: il primo riguarda le incertezze sulle evoluzioni economiche esterne, mentre il secondo è legato al ritorno di certe politiche inadeguate su piano interno.
Altri rischi moderati riguardano un mantenimento dell’evoluzione modesta dell’attività relativa ai crediti delle compagnie, il rischio di contaggio dal settore bancario della Grecia e il rischio dei mutui, quest’ultimo in calo, però.
Il governatore della Banca Centrale, Mugur Isarescu, ha richiamato di nuovo l’attenzione che qualsiasi riduzione di tasse e imposte, come prevista dal nuovo Codice fiscale, deve tenere in considerazione la stabilità finanziaria. Il governatore ha ammonito che, senza mantenere la macrostabilità, l’economia di mercato ha da soffrire.
Un rilassamento fiscale, se non avviene con il mantenimento della macrostabilità, è una beffa. Significa che dai qualcosa a qualcuno, diciamo, a coloro che beneficiano delle riduzioni di imposte, però l’intera società viene tassata tramite inflazione, interessi più alti, deprezzamento del tasso di cambio e, forse la cosa più grave, tramite arretrati ai pagamenti alle casse dello stato, che sono sempre una tassa non trasparente e difficilmente quantificabile, ha spiegato il governatore.
Uno dei temi di interesse del rapporto ha riguardato la situazione del debito pubblico estero della Romania. Stando al capo della Banca Centrale, questo aspetto ha un’importanza essenziale per una crescita economica sostenibile.
Attualmente, il debito pubblico della Romania è sostenibile. Continuare a far crescere il peso del debito pubblico sul Pil, che è un problema, può diventare pericoloso, controproducente e portare a situazioni estremamente difficili. Rispettare anche nei prossimi anni l’obiettivo a medio termine assicurerà il mantenimento di un deficit annuo del Pil, la crescita moderata da un anno all’altro del debito pubblico totale, in grado di far stimolare l’economia nazionale, ha aggiunto Mugur Isarescu.
Nel suo più recente rapporto, il FMI ha migliorato notevolmente le previsioni sull’evoluzione dell’economia romena per il corrente anno e per il 2016. Il Pil della Romania dovrebbe crescere del 3,4% nel 2015 e del 3,9% nel 2016, rispetto al 2,7 e al 2,9 stimato in primavera.
L’istituzione finanziaria prevede per quest’anno un’inflazione di meno 0,4%, che si manterrà negativa anche nel 2016. Inoltre, il FMI richiama l’attenzione sui rischi geopolitici aumentati in Ucraina e sull’impatto della crisi dei profughi in Europa, in riferimento ai quali anticipa costi economici e sociali.