Crescita delle pensioni in Romania
A partire dal 1 settembre, il punteggio pensione in Romania aumenta del 15%, misura di cui beneficiano cinque milioni di pensionati del sistema pubblico. La nuova legge delle pensioni prevede una crescita graduale del punteggio, a partire dal 1 settembre 2019 fino al 2022, nonchè un nuovo calcolo di milioni di pensioni già assegnate. La nuova normativa include anche gli anni di studio per il master e il dottorato di ricerca nell’anzianità sul lavoro e la possibilità di acquistare al massimo cinque anni di anzianità. La pensione minima potrà essere pagata solo dopo un contributo minimo di 15 anni al sistema pensionistico pubblico.
Bogdan Matei, 02.09.2019, 13:18
Con l’entrata in vigore della legge, la pensione minima o l’indennità sociale per i pensionati aumenta di 64 lei, dai 640 ai 704. A fine luglio, la pensione media in Romania era di 1189 lei. Ad un tasso di cambio di circa 4,7 lei per un euro, i pensionati romeni si riconfermano, nonostante tutti questi incrementi, tra i più poveri anziani nell’Unione Europea, sottolineano i commentatori, ricordando che, negli ultimi anni, l’impennata continua dei prezzi ha eroso, comunque, il potere d’acquisto.
Comunque, nei giorni scorsi, il Fondo Monetario Internazionale ha raccomandato alle autorità romene di avviare un processo di consolidamento fiscale durevole, di rivalutare la nuova legge sulle pensioni e migliorare la governance delle compagnie pubbliche. Gli esperti del FMI sostengono che la nuova legge delle pensioni potrebbe mettere in pericolo la sostenibilità fiscale. La valutazione del FMI indica al 4% la crescita dell’economia romena nel 2019 e un rallentamento al 3% a medio termine. Secondo le stime, il deficit di bilancio in Romania sfiorerà il 3,7% del Pil nel 2019.
Candidata socialdemocratica alle presidenziali che si terranno a novembre, la premier Viorica Dancila assicura che esistono i fondi necessari all’applicazione di tutte le misure adottate dal governo. La Dancila definisce la crescita del punteggio pensione come un atto di giustizia, e afferma che un governo socialdemocratico non metterà mai in bilancia i redditi dei pensionati con gli indicatori macroeconomici. I commentatori ritengono normale l’azione del PSD in quanto, a maggioranza schiacciante, i pensionati sono i votanti disciplinati della sinistra.
Invece, il senatore Florin Cîţu, vicepresidente liberale, il cui partito appoggia la candidatura del presidente in carica Klaus Iohannis per un nuovo mandato, critica apertamente le dichiarazioni della premier. Non è vero che i redditi dei pensionati non vengono messi in rapporto al deficit macroeconomico, scrive l’economista liberale sulla sua pagina Facebook. Florin Cîţu spiega che la manovra correttiva firmata di recente dal ministro delle Finanze indica che queste misure porteranno ad un deficit stimato a 2,9 miliardi di lei solo al budget pensioni, e ritiene che il deficit reale sarà almeno doppio rispetto alle valutazioni.