Covid-19: vaccini e volontariato
Confrontate con nuovi record negativi per quanto riguarda i contagi da SarsCov2 accertati ogni giorno, le autorità romene cercano soluzioni per rallentare la diffusione del virus, in attesa di un vaccino. Dopo una riunione con più esperti di sanità pubblica, il presidente Klaus Iohannis ha stimato che le prime dosi potrebbero arrivare in Romania nei primi mesi del 2021 e che nella loro somministrazione avranno la precedenza il personale sanitario e le persone delle categorie a rischio: “La Romania fa parte degli accordi firmati dalla Commissione Europea per la fornitura di vaccini anti-COVID-19 quando saranno disponibili e dovrebbe ricevere oltre 10 milioni di dosi di vaccino. A causa della domanda in aumento a livello mondiale e della capacità tuttavia ridotta di produzione, il vaccino arriverà a tappe nei Paesi europei. In Romania, la prima tranche, potrebbe arrivare, secondo lo scenario più ottimistico, nel primo trimestre dell’anno prossimo. La vaccinazione dell’intera popolazione inizierà probabilmente la primavera prossima.”
Eugen Coroianu, 04.11.2020, 13:00
Il presidente ha inoltre affermato che, in questo momento, non ci sono motivi per imporre di nuovo lo stato di emergenza, ma è difficile anticipare cosa succederà in futuro. Il capo dello stato ha spiegato che le restrizioni vigenti volte a contenere la diffusione del nuovo coronavirus producono risultati e che, in assenza di queste misure, i sistemi sanitari della Romania e di tutta l’Europa sarebbero stati già da molto tempo messi in ginocchio. D’altra parte, Iohannis ha ribadito che non si prende in considerazione un rinvio delle politiche previste per il 6 dicembre prossimo, facendo l’esempio delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, più colpiti dalla pandemia rispetto alla Romania.
Nel frattempo, anche la società civile cerca di offrire sostegno al sistema sanitario e alle autorità tramite azioni di volontariato. A Bucarest, ad esempio, 250 studenti, di cui 150 di medicina, saranno presenti ogni giorno in due centri di lavoro coordinati dalla Prefettura della Capitale e svolgeranno indagini epidemiologiche telefoniche. “Siamo contenti che gli studenti di medicina diano prova di spirito civico e contribuiscano a una realtà migliore in tempi difficili”, ha sottolineato il rettore dell’Università di Medicina e Farmacia della Capitale.
Dal canto suo, il premier Ludovic Orban ha ringraziato i volontari, affermando che stanno facendo una cosa straordinaria. Anche gli studenti del II e III anno dell’Istituto Medico-Militare faranno volontariato nei call center della Direzione di Sanità Pubblica, mentre quelli del IV, V e VI anno lavoreranno negli ospedali militari del Paese, oppure nei centri di cura e di supporto COVID. A Cluj, 100 studenti di medicina volontari fanno indagini epidemiologiche. Ieri, circa 100 dipendenti del settore sanitario hanno protestato a Bucarest contro la mancanza di reazione del Governo alle loro richieste di sostegno finanziario, umano e logistico inoltrate dal sindacato SANITAS.