Covid-19: Romania, più risorse per il sistema sanitario
Parallelamente alla proroga dello stato di allerta e all’avvio della terza fase di vaccinazione, che le autorità intendono accelerare, la Romania si sta preparando per levenienza di una nuova ondata di contagi dal nuovo coronavirus. Nonostante laumento dei casi di infezione giornalieri accertati la scorsa settimana, al momento non si può parlare di una crescita accelerata. Come misura precauzionale, però, il premier Florin Cîţu ha chiesto ieri, durante la riunione svoltasi al Centro Nazionale di Direzione e Gestione dell’Intervento contro la pandemia, laumento del numero di posti letto nelle terapie intensive dai 1.408 attualmente esistenti ai 1.600, nonchè lindividuazione di nuovi ospedali per la cura dei malati di coronavirus.
Roxana Vasile, 15.03.2021, 12:07
Parallelamente alla proroga dello stato di allerta e all’avvio della terza fase di vaccinazione, che le autorità intendono accelerare, la Romania si sta preparando per levenienza di una nuova ondata di contagi dal nuovo coronavirus. Nonostante laumento dei casi di infezione giornalieri accertati la scorsa settimana, al momento non si può parlare di una crescita accelerata. Come misura precauzionale, però, il premier Florin Cîţu ha chiesto ieri, durante la riunione svoltasi al Centro Nazionale di Direzione e Gestione dell’Intervento contro la pandemia, laumento del numero di posti letto nelle terapie intensive dai 1.408 attualmente esistenti ai 1.600, nonchè lindividuazione di nuovi ospedali per la cura dei malati di coronavirus.
Il primo ministro ha inoltre disposto che siano garantite tutte le riserve necessarie di farmaci e di equipaggiamenti di protezione per il personale sanitario in tutti gli ospedali che curano malati di Covid. E’ necessario un piano chiaro per la situazione in cui ci sarà bisogno di distaccare personale sanitario. “Non dobbiamo dimenticare che gli sviluppi della pandemia dipendono da ognuno di noi, non solo dalle autorità. Ci vacciniamo, osserviamo le misure di protezione e in questo modo salviamo vite”, ha sottolineato Florin Cîțu in un post su Facebook.
Il premier romeno ha chiesto all’Ispezione Sanitaria dello Stato di controllare ogni giorno, a partire da oggi, il numero dei posti-letto nei reparti di terapia intensiva Covid di tutto il Paese. In seguito alle verifiche, il capo del Governo dovrebbe avere sulla scrivania, ogni mattina, un rapporto che coincida con le informazioni trasmesse dai manager di ciascun ospedale. Al momento, a livello nazionale, ci sarebbero ancora solo 30 posti disponibili nelle terapie intensive, mentre nella Capitale neanche uno.
Trascurato per anni, il sistema sanitario romeno è uno dei meno performanti in Europa. La pandemia di Covid-19 non ha fatto altro che portare alla luce ancora più chiaramente i problemi esistenti: sottofinanziamento cronico, posti-letto insufficienti, condizioni spesso inadeguate per l’atto medico oppure personale scarseggiante. All’inizio di quest’anno, le proteste successive dei sindacalisti del settore sono stati altrettanti segnali d’allarme contro ciò che loro considerano l’indifferenza delle autorità ai problemi esistenti, dall’eliminazione delle iniquità sociali e dallo sblocco dei posti, fino a una strategia nazionale di investimenti.
Emblematiche per lo stato del sistema sanitario romeno sono le due tragedie che hanno colpito la Romania nel giro di pochi mesi — l’incendio dello scorso novembre nel reparto di terapia intensiva dell’Ospedale Provinciale di Emergenza di Piatra Neamț (nord-est), seguito, a fine gennaio, da quello scoppiato nel più moderno ospedale di malattie infettive di Romania – lIstituto “Matei Balș” di Bucarest. In entrambi gli incendi, più malati sono bruciati vivi.