COVID-19: Romania, più posti letto negli ospedali
Come in quasi tutti i Paesi europei, la curva dei contagi dal COVID-19 sta salendo da parecchie settimane anche in Romania, dove, in questo momento solo la metà dei posti letto nelle terapie intensive, cioè poco più di 1000, sono attrezzati per la cura dei malati in gravi condizioni. Le autorità hanno annunciato che quasi tutti questi posti sono occupati, situazione indicata dagli ospedali sin dall’inizio del mese.
Daniela Budu, 16.10.2020, 12:26
Circa 10.000 pazienti sono ricoverati e le autorità stanno cercando delle soluzioni per aumentare il numero dei posti letto destinati alle persone affette dal nuovo coronavirus. Tutti gli ospedali provinciali e municipali del Paese che in questo momento non curano i pazienti affetti dal SARS-CoV-2 dovranno avere una riserva di letti a loro destinati in caso di necessità.
Il ministro della Salute, Nelu Tătaru, ha spiegato che ogni struttura ospedaliera dovrà assegnare ai pazienti positivi il 10% dei posti nelle terapie intensive e il 15% di quelli per la degenza normale. Nelu Tătaru ha assicurato che tale fatto non comporterà le dimissioni dall’ospedale dei pazienti che necessitano di ricovero. Parallelamente, si sta lavorando ad una nuova modalità di gestire i casi lievi o asintomatici.
In questo momento, stiamo preparando un’ordinanza d’urgenza in base alla quale gli oligonsintomatici o asintomatici rimangano al domicilio sotto la sorveglianza e il monitoraggio del medico di famiglia. Sarà il Dipartimento per la Situazioni di Emergenza a fare le prenotazioni per le indagini supplementari paracliniche, ha precisato il ministro Nelu Tătaru, aggiungendo che le autorità non escludono possibili restrizioni più dure nelle zone più colpite dall’epidemia.
Da parte sua, il premier Ludovic Orban ritiene che la curva ascendente dei contagi dal COVID-19 possa essere fermata entro 7-10 giorni, in seguito alle più recenti misure adottate.
Questa settimana, la Romania ha battuto un record dopo l’altro sia come contagi che come persone ricoverate nelle terapie intensive o decedute, e si annovera tra i 17 dei 27 stati membri dell’UE inseriti nella lista rossa del rischio epidemiologico COVID-19 pubblicata dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie.