COVID-19: riconversioni nell’industria romena
Le compagnie private e pubbliche di Romania si stanno unendo le forze per contrastare una delle più gravi pandemie che l’umanità abbia mai affrontato e producono materiali sanitari di prima necessità. Il ministro dell’Economia, Virgil Popescu, ha annunciato che, in questo periodo, più compagnie preparano delle linee speciali di produzione di equipaggiamenti del genere e che, dalla prossima settimana, in Romania saranno prodotte un milione di mascherine al giorno. Allo stesso tempo, uno scanner termico, un concetto romeno al 100%, è stato sviluppato e prodotto dall’industria della difesa romena. Stando al Ministero dell’Economia, il prodotto intitolato CONDOR può essere adoperato per controllare l’accesso in zone con un afflusso significativo di persone, per diminuire i tempi di valutazione dello stato febbrile in luoghi come aeroporti, metropolitana, confini, ospedali o pubbliche istituzioni.
Daniela Budu, 08.04.2020, 11:59
Le compagnie private e pubbliche di Romania si stanno unendo le forze per contrastare una delle più gravi pandemie che l’umanità abbia mai affrontato e producono materiali sanitari di prima necessità. Il ministro dell’Economia, Virgil Popescu, ha annunciato che, in questo periodo, più compagnie preparano delle linee speciali di produzione di equipaggiamenti del genere e che, dalla prossima settimana, in Romania saranno prodotte un milione di mascherine al giorno. Allo stesso tempo, uno scanner termico, un concetto romeno al 100%, è stato sviluppato e prodotto dall’industria della difesa romena. Stando al Ministero dell’Economia, il prodotto intitolato CONDOR può essere adoperato per controllare l’accesso in zone con un afflusso significativo di persone, per diminuire i tempi di valutazione dello stato febbrile in luoghi come aeroporti, metropolitana, confini, ospedali o pubbliche istituzioni.
L’industria della difesa romena produce già barelle isolanti, utilizzate per trasportare le persone contagiate in condizioni di sicurezza. Virgil Popescu ha aggiunto che il Ministero della Difesa ha messo a punto un metodo rapido di certificazione per le compagnie interessate a produrre nuovi dispositivi di ventilazione meccanica, necessari per curare i malati affetti da forme gravi di COVID-19.
Di recente, in un intervento televisivo, Virgil Popescu attirava l’attenzione sul fatto che la Romania e l’intera Europa dipendono dalle importazioni dalla Cina e sottolineava che, quando sarà passata questa crisi sanitaria, l’economia romena sarà riavviata e dovrà essere completamente ristrutturata, di modo che i materiali essenziali in situazioni del genere siano prodotti all’interno del Paese. Nel contesto, il ministro ha accennato ad un programma di micro-industrializzazione, modificato e orientato verso la produzione di materiali sanitari. Il ministro ha annunciato stanziamenti di 65 milioni di lei (pari a circa 13,5 milioni di euro) a 325 compagnie che desiderano riqualificarsi e produrre materiali sanitari.
Anche il premier Ludovic Orban ha ribadito, ad un incontro con i rappresentanti dei produttori e dei distributori dell’industria farmaceutica, che uno degli obiettivi del governo in questo periodo è stimolare la produzione interna di farmaci, biocidi ed equipaggiamenti medici, al fine di diminuire il rischio di sincopi nell’approvvigionamento in situazioni di crisi. Si è discusso anche di misure volte a garantire le riserve e la fornitura continua di farmaci necessari per le persone affette dal nuovo coronavirus e per i malati cronici, ma anche dei materiali e dei dispositivi sanitari necessari per la protezione del personale medico.
Il primo ministro ha salutato l’annuncio della compagnia statale Antibiotici Iaşi relativo alla ripresa della produzione di due farmaci molto richiesti sul mercato – paracetamolo e novocalmin. Ludovic Orban ha ringraziato le compagnie farmaceutiche per le donazioni e il sostegno offerti in questo periodo ed ha dato assicurazioni che si sta lavorando per rendere la legislazione più semplice e più flessibile, di modo che i gesti di solidarietà non inciampino negli iter burocratici.