Covid-19: oltre un milione di contagi in Romania
Nel fine settimana, la Romania ha superato un milione di contagi dal nuovo coronavirus. Da fine febbraio 2020, quando è stato riferito il primo caso di infezione, oltre 900.000 persone sono guarite, mentre più di 25.000 hanno perso la vita. Il Paese si confronta con la terza ondata della pandemia, che si dimostra la più dura e che non è ancora finita. Il paesaggio è completato da numerosi ceppi i cui effetti peggiorano la situazione, ma ugualmente dall’apparizione dei vaccini anti-COVID.
Marius Tiţa, 12.04.2021, 12:09
Nel fine settimana, la Romania ha superato un milione di contagi dal nuovo coronavirus. Da fine febbraio 2020, quando è stato riferito il primo caso di infezione, oltre 900.000 persone sono guarite, mentre più di 25.000 hanno perso la vita. Il Paese si confronta con la terza ondata della pandemia, che si dimostra la più dura e che non è ancora finita. Il paesaggio è completato da numerosi ceppi i cui effetti peggiorano la situazione, ma ugualmente dall’apparizione dei vaccini anti-COVID.
Con una popolazione di quasi 20 milioni di abitanti, la Romania ha somministrato oltre 3,6 milioni di dosi dei tre tipi di vaccino disponibili finora: Pfizer, Moderna e AstraZeneca. Complessivamente, quasi 1,4 milioni di romeni hanno ricevuto entrambe le dosi. Tuttavia, la Romania sta attraversando un momento estremamente complicato nella lotta alla pandemia. Dopo più di un anno di restrizioni, più dure o leggermente allentate, la società e l’economia manifestano stanchezza e tensione. In tutto questo tempo, il bilancio della pandemia conta i numeri degli effetti negativi.
L’indice della pressione che permane sul sistema sanitario è il numero dei ricoveri nelle terapie intensive. Dopo una stagnazione a circa 1.200-1.300 pazienti al giorno, ora si è arrivati attorno a 1.500. E’ la capienza massima che il sistema sanitario romeno è in grado di reggere. Il Ministero della Salute spiega che la situazione è drammatica, con i posti letto nelle terapie intensive in calo da un giorno all’altro, e persino esauriti in alcune province. Spesso i posti diventano disponibili in seguito ai decessi dei gravemente malati di COVID-19, per essere occupati di nuovo rapidamente.
La mancanza dei posti nei reparti speciali genera a volte situazioni estremamente complicate. Pazienti in gravi condizioni, persino intubati, rimangono per ore in attesa di un posto nelle terapie intensive, oppure vengono trasferiti in località distanti dove c’è una disponibilità temporanea. Venerdì notte, l’evacuazione dell’Ospedale di ortopedia Foișor di Bucarest, tra le più apprezzate e ricercate strutture sanitarie specializzate in Romania, ha generato immagini difficilmente sopportabili.
Era stata presa la decisione che l’ospedale sia trasformato in struttura destinata ai casi gravi di coronavirus. Ma l’evacuazione è avvenuta in fretta, a notte tarda, quando faceva buio e freddo. I pazienti dell’ospedale di ortopedia sono stati trasferiti in ambulanze o macchine personali, ancora connessi all’apparecchiatura medica. La drammatica situazione è stata complicata dall’immagine dei gendarmi chiamati a mantenere l’ordine, dai giornalisti che hanno trasmesso in diretta e da protestatari indignati.