COVID-19: management militare in ospedali romeni
Le autorità di Bucarest hanno istituito direzione militare anche all’Ospedale provinciale di Deva (ovest), diventato focolaio di coronavirus. In visita all’ospedale, il ministro della Salute, Nelu Tătaru, ha constatato che l’ex dirigenza si è dimessa per incapacità di far fronte alla situzione. Il ministro ha spiegato che sarà analizzata la situzione del personale medico e ausiliare che sta curando i malati ricoverati e verranno stabilite le condizioni in cui gli altri dipendenti dell’ospedale, al momento in autoisolamento, torneranno al lavoro.
Leyla Cheamil, 09.04.2020, 11:50
In questo momento, all’ospedale di Deva non ci sono dei circuiti e, se ci sono, non vengono rispettati. Bisogna vedere la situazione del personale in autoisolamento, un autoisolamento preso da ognuno per conto suo, in mancanza di un’indagine epidemiologica condotta dalla Direzione di Pubblica Sanità. Faremo dei test per l’intero personale medico. Le persone valide svolgeranno l’attività medica, nella misura in cui lo accetteranno, però in un regime semi-istituzionalizzato. Il personale che lavorerà in ospedale sarà alloggiato in alberghi. Ormai sono arrivati anche gli equipaggiamenti, i farmaci e i materiali sanitari. Questo management rimarrà in carica solo quanto tempo sarà necessario, ha detto il ministro.
Nelu Tătaru stima che dopo tre-quattro settimane potrà essere insediata una direzione civile, che assuma e rispetti tutte le condizioni. L’ospedale di Deva è il secondo del Paese la cui direzione è stata temporaneamete assunta da medici militari, dopo quello di Suceava (nord-est), in seguito alla moltiplicazione allarmante dei contagi e dei decessi provocati dal COVID-19. Le indagini epidemiologiche in corso si sono fermate e metà strada, e allora la trasmissione è stata comunitaria, estesa, aggressiva. Le acquisizioni di materiali sanitari protettivi e l’isolamento domiciliare dovrebbero limitare i focolai, ha spiegato il ministro della Salute. Siccome la situazione era peggiorata, la città di Suceava e otto località confinanti sono state messe in quarantena da fine marzo.
Intanto, ha ripreso l’attività l’Ospedale Militare di Focsani (est), chiuso sempre alla fine dello scorso mese in seguito alla positività di decine di persone. Attualmente sono operativi solo alcuni reparti, ma, a seconda degli esiti dei test, la struttura potrebbe tornare alla normalità verso il fine settimana. La Direzione Medica del Ministero della Difesa Nazionale ha informato che sono stati rifatti i circuiti funzionali elaborati dagli epidemiologi. In seguito alle sanificazioni successive di massima sicurezza, l’ospedale potrà ora accogliere i pazienti.