COVID-19: l’evoluzione della pandemia in Romania
Quando è scoppiata la pandemia, c’è stato bisogno di tre mesi per arrivare a un milione di contagi, mentre adesso lo stesso numero è stato raggiunto in soli otto giorni — attira l’attenzione l’Organizzazione Mondiale della Sanità sulla velocità della diffusione del virus. Il numero dei contagi da COVID-19 ha superato nove milioni a livello mondiale, i decessi ammontano a centinaia di migliaia e il numero dei contagi registra un picco simultaneamente in più Paesi con una popolazione numerosa. Altrettanto preoccupante è che continuano a comparire nuovi focolai nelle regioni in cui le restrizioni sono state allentate.
Corina Cristea, 23.06.2020, 11:41
Quando è scoppiata la pandemia, c’è stato bisogno di tre mesi per arrivare a un milione di contagi, mentre adesso lo stesso numero è stato raggiunto in soli otto giorni — attira l’attenzione l’Organizzazione Mondiale della Sanità sulla velocità della diffusione del virus. Il numero dei contagi da COVID-19 ha superato nove milioni a livello mondiale, i decessi ammontano a centinaia di migliaia e il numero dei contagi registra un picco simultaneamente in più Paesi con una popolazione numerosa. Altrettanto preoccupante è che continuano a comparire nuovi focolai nelle regioni in cui le restrizioni sono state allentate.
Anche la Romania si confronta con un aumento del numero di contagi dal coronavirus e con una trasmissione comunitaria accentuata, afferma il ministro della Salute, Nelu Tătaru. A quattro mesi dall’accertamento sul suo territorio del primo caso di contagio da COVID-19, in Romania il bilancio indica oltre 24 mila contagi e più di 1500 decessi. Da circa due settimane, ogni giorno sono accertati due-trecento nuovi casi. Quasi il 6% dei test effettuati nei giorni di weekend, ad esempio, ha portato alla luce altri contagi — un tasso che non si verificava più dagli inizi di maggio.
E sempre più ospedali annunciano di non poter più ricoverare malati. Per decongestionarli, le autorità sanitarie hanno deciso che le persone rilevate positive al coronavirus, asintomatiche o con sintemi leggeri, siano ricoverate solo per 10 giorni e per altri 14 stiano isolate a casa, sotto la sorveglianza del medico di famiglia. Lo ha annunciato il ministro della Salute, Nelu Tătaru, in un’intervista a un’emittente televisiva privata: “Nel settimo giorno di degenza sarà fatto un test e, se negativo, il malato potrà andare a casa nel decimo giorno. Se il test è positivo, ma il malato non presenta sintomi da almeno tre giorni — nel caso dei pazienti con sintomi leggeri — nel decimo giorno la persona andrà a casa in isolamento fino a 14 giorni sotto la sorveglianza del medico di famiglia. Non possiamo lasciare una persona asintomatica andare a casa già dal primo giorno, perché non sappiamo come si evolverà la malattia.”
Il ministro della Salute ha inoltre dichiarato che, se l’evoluzione nel Paese sarà sfavorevole, le autorità pensano di imporre alcune restrizioni in certe zone. Nel frattempo, altri cinque Paesi sono stati inseriti, lunedì, sulla lista degli stati da dove le persone asintomatiche in arrivo in Romania non devono stare più in quarantena o in isolamento. Si tratta di Finlandia, Italia, Estonia, Irlanda e Francia. Il Comitato Nazionale per le Situazioni di Emergenza ha deciso che potranno essere ripresi anche i voli da e verso questi Paesi. Dal 15 giugno è stato eliminato l’obbligo della quarantena per le persone in arrivo in Romania da 17 stati: Austria, Bulgaria, Rep. Ceca, Cipro, Croazia, Svizzera, Germania, Grecia, Islanda, Lettonia, Liechtenstein, Lituania, Malta, Norvegia, Slovacchia, Slovenia e Ungheria e sono stati ripresi i voli da e verso questi Paesi.