Covid-19: l’allerta rossa si estende
Dopo Bucarest, più località romene sono passate o si preparano per passare allo scenario rosso, dopo che il Gruppo di Comunicazione Strategica ha annunciato un indice di contagio di quasi 3 su mille abitanti. Più della metà delle province romene ha già superato 1,5 contagi su mille abitanti. Più di 10.000 persone sono ricoverate negli ospedali del Paese, di cui qualche centinaio nei reparti di terapia intensiva. Ogni giorno sono registrate decine di decessi e il numero delle persone che hanno perso la vita dall’inizio della pandemia si aggira su 6.000. La settimana scorsa, secondo il rapporto settimanale di vigilanza redatto dall’Istituto di Sanità Pubblica, è continuato il trend ascendente dei nuovi contagi, però in un ritmo moderato.
Daniela Budu, 21.10.2020, 11:59
Dopo Bucarest, più località romene sono passate o si preparano per passare allo scenario rosso, dopo che il Gruppo di Comunicazione Strategica ha annunciato un indice di contagio di quasi 3 su mille abitanti. Più della metà delle province romene ha già superato 1,5 contagi su mille abitanti. Più di 10.000 persone sono ricoverate negli ospedali del Paese, di cui qualche centinaio nei reparti di terapia intensiva. Ogni giorno sono registrate decine di decessi e il numero delle persone che hanno perso la vita dall’inizio della pandemia si aggira su 6.000. La settimana scorsa, secondo il rapporto settimanale di vigilanza redatto dall’Istituto di Sanità Pubblica, è continuato il trend ascendente dei nuovi contagi, però in un ritmo moderato.
Quasi un terzo dei nuovi casi sono stati accertati a Bucarest, Iaşi (nord-est), Cluj (nord-ovest), Timiş (ovest) e Dolj (sud). Un caso su 32 è stato registrato tra il personale medico e oltre il 95% delle persone che hanno perso la vita era affetto anche da altre malattie. In seguito a una valutazione realizzata dal Ministero della Salute e dal Dipartimento per le Situazioni di Emergenza, il numero dei posti in terapia intensiva negli ospedali di Bucarest destinati ai malati di COVID-19 sarà aumentato di 100. Anche altre province del Paese hanno annunciato un aumento del numero di letti in Terapia Intensiva in seguito alla crescita del numero di casi gravi di coronavirus.
Le autorità prendono in considerazione anche un aumento del personale medico che cura le persone contagiate. In tal senso, il ministro della Salute, Nelu Tătaru, ha annunciato che 200 medici neo-laureati e specialisti di Anestesia e Terapia Intensiva, pronto soccorso, epidemiologia, malattie infettive, pneumologia e radiologia, che non hanno un posto fisso, saranno assunti in un ospedale di emergenza della capitale, dopo di che saranno distaccati dal Dipartimento per le Situazioni di Emergenza nelle strutture ospedaliere con personale insufficiente. Il Ministero della Salute ha inoltre deciso di designare alcune unità sanitarie di pronto soccorso della Capitale, ospedali di supporto COVID-19 per la terapia intensiva. Tutto questo è perché gli ospedali quasi non riescono più a far fronte al numero sempre più alto di persone contagiate.
Di recente, il ministro Tătaru annunciava che le persone rilevate positive ma asintomatiche, saranno esaminate e monitorate a casa dai medici di base. D’altra parte, alcuni ospedali hanno sospeso i ricoveri o limitato l’attività in alcuni reparti dopo che più dipendenti sono stati contagiati dal nuovo coronavirus. All’inizio della settimana, a Bucarest è scattata l’allerta rossa, dopo che l’indice di contagio dal nuovo coronavirus cumulato nelle ultime due settimane ha superato la soglia di 3 casi su mille abitanti. Da martedì, per due settimane, la mascherina di protezione è d’obbligo in tutti gli spazi pubblici, chiusi o aperti. Sono cessate anche le attività all’interno di ristoranti, caffetterie, sale di cinema o di giochi d’azzardo. In più, gli asili, le scuole e i licei — che avevano appena aperto le porte il 15 settembre — passano esclusivamente alla didattica online.