COVID-19: implicazioni sociali della crisi in Romania
Sono passati quasi quattro mesi dall’accertamento del nuovo coronavirus nella città cinese di Wuhan, da dove è successivamente dilagato nell’intero mondo, sconvolgendo la vita di tutti. Ad un certo momento, la pandemia finirà, però gli effetti saranno consideveroli. Uno studio condotto dai sociologi dell’Istituto di ricerca sulla qualità della vita dell’Accademia Romena richiama l’attenzione sul fatto che il nostro Paese di confronta con due crisi simultanee provocate dal coronavirus: sanitaria ed economica.
Leyla Cheamil, 27.04.2020, 12:27
Sono passati quasi quattro mesi dall’accertamento del nuovo coronavirus nella città cinese di Wuhan, da dove è successivamente dilagato nell’intero mondo, sconvolgendo la vita di tutti. Ad un certo momento, la pandemia finirà, però gli effetti saranno consideveroli. Uno studio condotto dai sociologi dell’Istituto di ricerca sulla qualità della vita dell’Accademia Romena richiama l’attenzione sul fatto che il nostro Paese di confronta con due crisi simultanee provocate dal coronavirus: sanitaria ed economica.
Il rapporto intitolato Pandemia e tenore di vita. Politiche di protezione sociale indica che, a differenza della crisi sanitaria, che genera effetti immediati, quella economica comporta implicazioni sociali già risentite e che saranno evidenti a breve e medio termine. Il tenore di vita sarà intaccato soprattutto quando la crisi sanitaria passerà o decrescerà, spiegano i sociologi, precisando che gli insegnamenti delle crisi atraversate dalla Romania, con effetti economici e sociali, indicano che il ripristino del potere d’acquisto anteriore dura almeno cinque anni.
Lo studio rileva che, i redditi della popolazione sono già parzialmente ridotti dalla pandemia, e i più colpiti sono i dipendenti in cassa integrazione, dal momento che sono stati sospesi più di un milione di contratti di lavoro. In ugual misura, sono colpite dalla crisi l’occupazione informale, l’agricoltura di sussistenza – settore in cui resta sconosciuto il numero dei lavoratori – ma anche le persone rientrate di recente dall’estero e non hanno un reddito.
I sociologi propongono, come misura eccezionale, l’aumento dell’indennità di disoccupazione per i prossimi tre fino a sei mesi a 1.000 lei mensili (circa 200 euro), l’equivalente del 75% del salario minimo netto. In riferimento all’assistenza sociale, i ricercatori propongono un reddito minimo garantito pari agli stessi 1.000 lei nei prossimi tre mesi, più soldi dal bilancio di stato ai fondi di emergenza dei comuni per lo stesso periodo di tre mesi, nonchè strategie settoriali nel campo sociale dal 2021 al 2027 elaborate in base alle nuove realtà.
Il rapporto indica, inoltre, che, secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale, la Romania vedrà quest’anno un deficit pari all’8,9% del PIL, cioè circa 19 miliardi di euro, e un calo del PIL in termini reali del 5%. Per sostenere il deficit, i sociologi propongono negoziati urgenti con il Fondo Monetario Internazionale e una tassa di solidarietà. Raccomandate, inoltre, politiche relative alle pensioni e ai salari, come l’abrogazione o la proroga dell’applicazione della Legge sulle pensioni, adottata nel 2019, l’aumento del punto pensione a seconda dell’inflazione, incrementi salariali solo per compensare il tasso dell’inflazione, oppure la reintroduzione di uno schema nazionale unitario di retribuzione nell’amministrazione locale.