COVID-19: focolai e restrizioni
Il numero dei focolai di coronavirus continua ad aumentare in Romania e molti vengono ancora scoperti nelle case di cura e negli ospedali. Aumenta anche il numero delle istituzioni di insegnamento che passano allo scenario rosso, con lezioni esclusivamente online, anche se all’inizio dell’anno scolastico gli alunni avevano cominciato ad andare a scuola. I ristoranti e i bar di più località in cui il numero dei contagi è aumentato in maniera allarmante vengono chiusi. Quasi 9.900 nuovi casi di COVID-19 sono stati accertati in Romani la settimana scorsa, che è stata la settimana con il maggior numero di infezioni dal debutto della pandemia. Ogni giorno si confermano oltre mille nuovi contagi e il numero dei malati si avvicina velocemente a 130 mila. Ogni giorno, decine di romeni muoiono a causa del nuovo virus e il numero totale dei decessi si avvicina a 5000. Questa settimana è stato raggiunto un nuovo record anche dal punto di vista dei malati ricoverati in terapia intensiva — oltre 550. Tuttavia, più di 100 mila romeni sono guariti dall’inizio della pandemia.
Daniela Budu, 30.09.2020, 11:46
L’Istituto Nazionale di Sanità Pubblica ha effettuato un’analisi dalla quale risulta che oltre un terzo del numero totale dei contagi dal coronavirus della settimana scorsa è stato registrato a Bucarest e in quattro province: Iaşi (nord-est), Bacău (est), Costanza (sud-est) e Braşov (centro), mentre il 31% dei decessi sono avvenuti nella Capitale e nei distretti di Prahova (sud), Arad (ovest), Bihor (nord-ovest) e Iaşi. Il rapporto settimanale rileva inoltre che l’81% delle persone decedute avevano superato i 60 anni e più della metà erano uomini. Il 95% delle persone che hanno perso la vita erano affette almeno da un’altra malattia. L’analisi rileva inoltre che in 15 province e nella capitale il tasso dei contagi supera 100 casi per cento mila abitanti. Inoltre, uno su 25 contagi viene registrato tra il personale medico — rileva inoltre l’analisi dell’Istituto di Sanità Pubblica.
Il presidente della Società Romena di Microbiologia, il medico Alexandru Rafila, precisava, di recente, che nel momento in cui sarà pronto un vaccino, i primi a dover essere vaccinati sono le categorie a rischio e il personale medico. Allo stesso tempo, il medico ha tirato un segnale d’allarme sia per quanto riguarda il numero alto di contagi, sia sul rischio al quale sono esposte le categorie vulnerabili. Alexandru Rafila ha ricordato anche la notifica del Centro Europeo per il Controllo delle Malattie che ha inserito la Romania su una lista di sette Paesi a rischio elevato per quanto riguarda i futuri sviluppi dell’epidemia del nuovo coronavirus. In tale contesto e alla luce delle nuove restrizioni imposte da molti Paesi europei in seguito alla crescita allarmante del numero di contagi da Covid-19, anche la Romania si può aspettare, secondo gli specialisti, a nuove misure volte a contenere il diffondersi del virus.